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“Non posso assumerti perché sei nero, la gente non capirebbe”, Paolo rifiutato da un hotel

Il caso del giovane cameriere rifiutato da un hotel sulla costa romagnola. La denuncia dalla Cgil: “Siamo di fronte a un evidente caso di discriminazione razziale”. La mamma: “Mio figlio vive in Italia da quando ha tre anni, chissà a quanti è successo”.
A cura di Antonio Palma
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il testo del messaggio ricevuto da Paolo
il testo del messaggio ricevuto da Paolo

Avendo fatto diverse esperienze nel settore in passato, per la stagione estiva aveva deciso di presentare la sua candidatura per un posto da cameriere  in un albergo, ma dopo aver affrontato i colloqui e la prova, per tutta riposta si è visto rifiutare il posto solo perché nero. A denunciare l'accaduto è la Filcams-Cgil di Ravenna che sta preparando una vertenza per accompagnare in tribunale il giovane, un ragazzo milanese di nome Paolo rimasto senza parole dopo l'accaduto

L'episodio vede protagonista una struttura ricettiva di Cervia, nota località turistica romagnola e risale al 18 giugno scorso, come hanno raccontato Manuela Trancossi, della segreteria provinciale della Cgil, e Paolo Bragaglia, dell'ufficio vertenze del sindacato. Sempre secondo  quanto riferisce il sindacato, Paolo, 29enne di Milano e nato in Brasile, aveva già trovato un accordo col titolare ma dopo avere inviato via mail la copia della carta di identità necessaria a perfezionare il contratto di assunzione, ha ricevuto un messaggio, via sms, con il quale il datore di lavoro faceva marcia indietro con la singolare motivazione del colore della pelle.

"Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala qui in Romagna la gente è molto indietro con la mentalità, scusami ma non posso farti venire giù ciao", è il testo del messaggio diffuso dalla Cgil. "Siamo di fronte a un evidente caso di discriminazione razziale – in cui a un danno patrimoniale per avere perso la stagione lavorativa si somma l'umiliazione e la profonda ingiustizia di cui si è vittima. Siamo certi che la Romagna saprà distinguersi dall'inaccettabile connotazione riservatale dall'albergatore", hanno dichiarato i responsabili della Filcams-Cgil.

L’unico problema vero, è evidente, è il colore della pelle di mio figlio, che l’albergatore ha visto solo quando lui gli ha mandato la carta d’identità", dice Paola, la madre del ragazzo, che si è affidata al sindacato per seguire la vicenda "perché questo caso abbia un rilievo sociale". "A quanti come mio figlio sarà successo? – continua – In questo modo cerchiamo di dare voce anche a loro". Paolo si sarebbe accordato telefonicamente coi gestori della struttura, ai quali ha inviato il proprio curriculum. "Tutto era a posto ­fino a quando mio figlio ha inviato la carta d'identità. La mattina dopo è arrivato il messaggio – continua la madre – È evidente che qui l’unico problema vero è il colore della pelle di mio figlio, è una discriminazione palese, la differenza l’ha fatta solo la foto"

"L'albergatore di Cervia che ha rifiutato l'assunzione ad un ragazzo perché di colore, chieda scusa e lo assuma immediatamente. Non si può rifiutare di assumere una persona solo per il colore della pelle. Questo si chiama razzismo", afferma il deputato emiliano romagnolo di Sinistra Italiana, Giovanni Paglia.

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