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Neonato abbandonato e morto nella culla termica della parrocchia a Bari: a processo parroco e tecnico

Don Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Bari e dovranno ora rispondere in tribunale dell’accusa di omicidio colposo del piccolo trovato morto per freddo nella culla termica che era stata installata nei locali della parrocchia.
A cura di Antonio Palma
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Sono stati rinviati a giudizio e andranno a processo il prete e il tecnico della culla termica della chiesa San Giovanni Battista di Bari dove il 2 gennaio scorso venne rinvenuto il corpicino senza vita di un neonato di circa due settimane che era stato abbandonato poco prima nella speranza che qualcuno si potesse occupare di lui.

Don Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Bari e dovranno ora rispondere in tribunale dell'accusa di omicidio colposo del piccolo trovato morto per freddo nella culla termica che era stata installata nei locali della parrocchia che il prete gestiva nel capoluogo pugliese.

Il parroco aveva chiesto il patteggiamento

Una decisione a sorpresa visto che il prete aveva chiesto il patteggiamento con l'approvazione della stessa procura che rappresenta l'accusa. La giudice per l'udienza preliminare Ilaria Casu già a ottobre aveva rigettato una richiesta di patteggiamento presentata dal sacerdote per una pena di tre mesi, giudicata non congrua. Ora ha respinto anche una seconda richiesta del prete per il patteggiamento a un anno a causa di vizi procedurali.

La prima udienza è stata fissata per il prossimo 5 febbraio 2026 davanti al giudice Domenico Mascolo. Sia il sacerdote sia l'elettricista, che aveva installato e poi effettuato l'ultima riparazione sulla culla termica, dovranno chiarire del in tribunale le rispettive responsabilità in merito al non funzionamento del sistema che poi ha portato alla morte del bambino.

"La culla non era idonea ed era guasta"

Come accertato dalle indagini della polizia e da varie perizie tecniche e medico legali, il neonato è morto per ipotermia perché quando abbandonato nella culla il sistema non è mai entrato in funzione per una serie di anomalie. Nessun allarme era stato lanciato sul telefono del parroco e nemmeno il sistema di riscaldamento automatico era entrato in funzione.

Secondo gli inquirenti la culla in realtà non era idonea assolutamente per ospitare dei neonati abbandonati perché priva di qualsiasi requisito di sicurezza necessario. Ad esempio era assente un qualsiasi tasto da schiacciare per far partire l'allarme una volta messo il neonato.

Le perizie inoltre hanno stabilito che il tappetino su cui era appoggiato non era adeguato ed era in corto circuito quindi non ha rilevato il peso del bimbo e di conseguenza non è stato attivato né una chiamata al cellulare né il sistema di riscaldamento.

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