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Ndrangheta, sequestrato il ponte Morandi di Catanzaro: 4 arresti, usavano malta scadente per risparmiare

Trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione a delinquere e frode nelle pubbliche forniture. Il tutto con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta. Sono i reati contestati dai pm di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di manutenzione straordinaria del viadotto Bisantis (meglio noto come ponte “Morandi”) e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”. Il gip Paola Ciriaco ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati.
A cura di Biagio Chiariello
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Quattro persone sono state arrestate, tre in carcere e uno ai domiciliari, nell'operazione "Brooklyn" condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Dda del capoluogo, e incentrata sui lavori di manutenzione del viadotto “Bisantis” (noto come ponte Morandi) di Catanzaro e di un tratto della statale 280 dei ‘Due mari' che ha portato al sequestro probatorio dello stesso ponte e della galleria Sansinato. Devono rispondere di trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione a delinquere e frode nelle pubbliche forniture. Il tutto con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta. Il gip Paola Ciriaco ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati.

Stando alle indagini della Guardia di Finanza, infatti, ci sono gravi indizi a carico di due imprenditori molto noti a Catanzaro e operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali: inconsapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, avrebbero costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto. Una di queste società, la Tank Srl, si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della strada statale “dei Due Mari”. Gli imprenditori, titolari di fatto dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto, a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’Anas, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato, chiaramente più economico di quello utilizzato inizialmente.

I due imprenditori coinvolti nell’inchiesta erano stati peraltro già indagati nell’operazione “Basso profilo” mentre fra gli arrestati in carcere c’è pure un ispettore della guardia di finanza, già incappato nell’operazione “Rinascita-Scott”, ora indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d'ufficio per fatti commessi quando era in servizio alla Dda di Catanzaro.

Ufficialmente si chiama viadotto Bisantis, ma tutti lo chiamano "ponte Morandi", dal nome del progettista, l'ingegnere Riccardo Morandi (padre anche del ponte di Genova che crollò il 14 agosto del 2018 provocando 43
vittime), è la principale strada di accesso a Catanzaro.

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