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Morte sospette Rsa, le infermiere: “Pensavamo Wick uccidesse i pazienti, avevamo avvisato i vertici”

Dalle intercettazioni a oss e infermiere della RSA di Offida emerge che i dirigenti sanitari della struttura – facente capo all’Asur Marche 5 – erano stati più volte informati dei sospetti su Leopoldo Wick, l’infermiere accusato di otto omicidi volontari premeditati e quattro tentati omicidi. “L’hanno mandato dentro a una Rsa senza medici, senza familiari, senza controllo. Lo sapevano, lo sapevano!”.
A cura di Davide Falcioni
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Perché nessuno dei colleghi di Leopoldo Wick l'ha denunciato prima dell'autunno del 2018, quando una oss della Rsa di Offida decise di rivolgersi ai carabinieri segnalando un presunto abuso di barbiturici e sonniferi da parte dell'infermiere, oggi accusato di otto omicidi volontari premeditati e quattro tentati omicidi? La risposta a questa domanda è contenuta nelle oltre duecentoventi pagine dell'ordinanza di custodia cautelare che hanno disposto l'arresto dell'operatore sanitario: la paura di ritorsioni, anche violente, e le minacce che Wick avrebbe ripetutamente rivolto alle sue colleghe anche recandosi al lavoro con una pistola (poi rivelatasi una replica ad aria compressa) nascosta nello zaino.

Quel che emerge dalle indagini condotte dai carabinieri di Ascoli Piceno è infatti che tutti nutrivano sospetti nei confronti dell'infermiere, e che questi sospetti erano stati verbalmente comunicati ai dirigenti sanitari dell'Asur 5 (l'Azienda Sanitaria Unica Regionale): spesso, infatti, dopo i suoi turni alcuni ospiti della struttura venivano trovati in stato comatoso oppure sopiti. Persone che fino a poche ore prima erano in buone condizioni di salute ed interagivano con gli operatori sanitari e gli altri anziani della Rsa sovente, dopo i turni di Wick, non rispondevano agli stimoli richiedendo, non di rado, l'intervento del 118. Secondo l'accusa l'infermiere somministrava deliberatamente agli anziani dosi massicce – e talvolta letali – di promazina, insulina e anticoagulanti, farmaci che tuttavia non erano stati prescritti dai medici.

Le minacce di Wick alle infermiere della Rsa di Offida

Gli episodi di "sopore" erano stati così tanti che tra infermieri e oss era da tempo consolidata la convinzione che Leopoldo Wick somministrasse psicofarmaci agli anziani e fosse direttamente responsabile di alcune morti. Dagli atti dell'inchiesta, infatti, emerge che "gran parte del personale in servizio presso la Rsa di Offida era a conoscenza o comunque nutriva un forte e concreto sospetto già da tempo della realistica possibilità che alcun decessi di pazienti fossero direttamente riconducibili  al comportamento del collega Leopoldo Wick, con il quale quasi nessuna delle colleghe avrebbe volontariamente e di buon grado prestato servizio nel timore di conseguenze proprio a causa del pericolo di decessi inaspettati". Inoltre "una gran parte del personale in servizio presso la Rsa contestualizzava l'orario dei decessi di pazienti ai turni di servizio di Wick". Di questi timori erano stati informati i dirigenti sanitari, nella speranza che Wick venisse rimosso dalla struttura e nel timore – per le sue colleghe – che rivolgersi ai carabinieri sarebbe stato pericoloso per la loro incolumità: "Ci minacciava – diceva una di loro in una conversazione intercettata – Ci voleva menare e ci minacciava di brutto. Una collega un giorno trovò un macello in reparto e si incazzò, lui da quel momento in poi ci ha fatto vedere i sorci verdi per una settimana, quindici giorni".

Le infermiere: "I dirigenti sapevano. Perché nessuno l'ha rimosso?"

In un'altra intercettazione a un'infermiera veniva chiesto come mai non avessero denunciato Wick prima. La donna rispondeva che, parlando con i vari esponenti della dirigenza della Rsa, era stato chiesto alle interessate di formalizzare le segnalazioni con un atto scritto e che loro, a causa delle minacce dell'infermiere, avevano preferito desistere: "È arrivato a minacciarci quando una collega, più di una volta, ha trovato i sondini attappati". Sollecitati a intervenire, i dirigenti della struttura avevano richiesto una lettera formale, "e noi – dice l'infermiera intercettata – non ci siamo sentiti di farla, nessuna di noi, perché poi l'avremmo dovuta firmare, eh…", alludendo alle minacce del collega. Una oss – quella che poi avrebbe formalizzato una denuncia ai carabinieri –  in un'altra conversazione captata dagli inquirenti, descrive Wick come un "soggetto pericoloso" aggiungendo: "Non è un caso che temeva me, lui le minacce le mandava a me. Io non ho nessun rimpianto perché gliel'ho fatto capire in tutti i modi, insomma, non era una cosa che poteva fare. Una volta glielo strillai proprio: ‘A me non mi basta la dirigenza, qua ci vogliono i carabinieri'".

I dirigenti sanitari dell'Asur – nessuno dei quali è oggi indagato – vengono spesso menzionati nelle conversazioni tra le infermiere e le oss. Sempre riferendosi ai sospetti che dietro ad alcuni decessi ci fosse stata la mano di Wick, una di loro – parlando con una collega – diceva che "ad Ascoli lo sapevano, l'azienda lo sapeva", anche riferendosi a una riunione nel corso della quale i vertici della Rsa erano stati informati. Wick negli anni precedenti era stato già allontanato dal reparto di psichiatria dell'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. "L'hanno mandato dentro a una Rsa senza medici, senza familiari, senza controllo. Lo sapevano, lo sapevano! Dopo quello che era successo in psichiatria nessun altro reparto lo voleva, ci sarà un motivo…". L'altra replicava: "Un soggetto del genere doveva stare in ambulatorio, non a contatto con le terapie". In in ambulatorio dell'ospedale di Ascoli Wick sarebbe spedito solo dopo l'apertura formale di un'inchiesta a suo carico.

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