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Migranti, la Sea-Watch chiede di sbarcare in un porto sicuro le 455 persone a bordo

La ong Sea-Watch 4 ha chiesto via twitter di poter sbarcare in un porto sicuro i 455 migranti soccorsi in mare negli ultimi tre giorni. Intanto che attende risposta continuano ad arrivare nuove richieste d’aiuto dal mare: in balia delle onde ora ci sono 95 persone. A lanciare l’allarme per un nuovo barcone in difficoltà in acque internazionali è Alarm Phone.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto da Twitter della ong Sea Watch Italy
Foto da Twitter della ong Sea Watch Italy

Chiede il diritto si sbarcare in un porto sicuro la Sea-Watch 4 che a bordo con a bordo 455 migranti. La richiesta arriva via Twitter dopo che nelle ultime 72 ore l'equipaggio dell'ong è riuscito a trarre in salvo sei imbarcazioni in difficoltà, due sole nelle ultimissime ore. "A bordo di una barca di legno a due piani c'erano 97 persone – racconta la Sea Watch uno dei suoi ultimi salvataggi -, erano in mare da tre giorni. Per fortuna siamo riusciti a salvarli tutti". Ora però, come prevedono anche le norme internazionale sul soccorso in mare, il recupero non è completo finché i migranti non verranno sbarcati in un porto sicuro. Così come è stato per la Ocean Viking, la nave della Ong europea Sos Mediterranee, che è riuscita ad arrivare ad Augusta e far sbarcare le 236 persone salvate da due gommoni in difficoltà lo scorso 27 aprile. E così come è stato per altri 532 naufraghi arrivati sabato primo maggio a Lampedusa dopo esser stati tratti in salvo dal mare grazie alle motovedette della Capitaneria di porto e dalla Guardia di Finanza.

E se da una parte c'è chi è riuscito a mettersi in salvo dalle onde dall'altra c'è chi chiede ancora aiuto: in balia del mare ora ci sono 95 persone. "Il motore dell'imbarcazione non funziona e c'è una tempesta in arrivo. Devono essere salvati immediatamente", scrive Alarm Phone dando l'allarme su Twitter. L'organizzazione di volontari chiede un intervento della Guardia costiera italiana e delle forze armate di Malta. "Non si lascino annegare e intervengano ora prima che sia di nuovo troppo tardi!". L'ennesima richiesta di aiuto arriva dopo che sabato primo maggio si sono persi i contatti di circa 125 persone. "La cosiddetta guardia costiera libica non le ha cercate, come al solito" si legge sempre in un tweet dell'organizzazione umanitaria. Che poi ha spiegato: "Ieri notte ci hanno chiamato circa 125 persone in pericolo su un gommone. Chiedevano soccorso ma non abbiamo ricevuto una posizione GPS accurata. Abbiamo allertato tutte le autorità e richiesto una ricerca urgente". Poi il silenzio.

A fare rumore ci pensa la politica. Sul tema ritorna il leader della Lega Matteo Salvini che in un post Facebook tiene a precisare di aver scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi: "Centinaia di clandestini sbarcati in poche ore, è inaccettabile. Abbiamo scritto al Presidente Draghi e ai ministeri della Salute e degli Interni. oltre a controllare chi arriva in aereo dai Paesi a rischio, fra Covid e varianti, è doveroso anche bloccare barchini e barconi per rispetto degli Italiani, dei loro sacrifici, della loro salute, della loro sicurezza". E poi aggiunge: "Non si può fare nulla? Falso. Io in un anno ho ridotto delll’80 per cento gli sbarchi e sto subendo due processi per aver difeso i confini. E con meno partenze, ci sono anche meno morti. Volere è potere".

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