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Migranti, la Guardia costiera libica tenta di speronare e sparare su un barcone in acque sar maltesi

Ieri la Guardia costiera libica ha tentato di fermare, per circa un’ora e mezza, un barcone con 63 migranti a bordo che si trovava in zona sar maltese. Il video dell’attacco è stato pubblicato da Sea Watch e mostra i tentativi della motovedetta – tra l’altro donata dall’Italia – di speronare il barcone e di sparare contro i migranti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Guardia costiera libica prova a fermare i migranti a ogni costo, anche provando ad ucciderli. Una motovedetta ha attaccato un barcone diretto verso l'Italia, ma stavolta il tutto è stato testimoniato da un video registrato da Seabird, l'aereo dell'Ong Sea Watch che sorvola il Mediterraneo. Così è possibile vedere che la Guardia costiera libica ha sparato ripetutamente verso il barcone, senza però colpire i migranti al bordo. Probabilmente i colpi d'arma da fuoco esplosi miravano all'acqua, per intimidire le persone sull'imbarcazione, ma rischiando di ucciderle. Poi la motovedetta ha cominciato a tentare di speronare il barcone, passandogli vicinissimo per almeno due volte ad altissima velocità. Le manovre, pericolosissime, avrebbero potuto causare una strage.

L'Ong ha pubblicato il video dell'accaduto su Twitter, segnalando che, tra l'altro, la motovedetta con cui la Guardia costiera ha tentato di attaccare il barcone si chiama Ras Jadir ed è stata costruita e donata dall'Italia. "Ieri Seabird ha documentato un violento attacco della cosiddetta Guardia costiera libica in zona sar maltese – si legge nel tweet – I video realizzati dal nostro equipaggio mostrano gli spari, le pericolose manovre della motovedetta e il lancio di oggetti contro le persone a bordo". Infatti, nel momento in cui le due imbarcazioni sono più vicine, si vede che vengono lanciati degli oggetti – probabilmente dei bastoni – contro i migranti.

La stessa Ong ha annunciato che, nonostante la Guardia costiera libica abbia messo in campo ogni tentativo per fermare il barcone, a costo di uccidere i migranti a bordo, le 63 persone sono riuscite a raggiungere sane e salve Lampedusa. "La violenza a cui sono state sottoposte è inaccettabile e dimostra la necessità d'interrompere gli aiuti alla cosiddetta guardia costiera libica", scrive ancora Sea Watch. Il tutto è accaduto in zona sar maltese, ovvero acque internazionali in cui il soccorso spetterebbe a Malta. Ma ai libici è permesso lo sconfinamento per "soccorrere" i barconi, o meglio: per tentare per quasi un'ora e mezza di fermare con ogni mezzo un'imbarcazione piena di esseri umani.

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