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Migranti, 293 persone salvate da Medici senza frontiere sono in attesa di un porto sicuro

Sono 181 gli arrivi di questa notte a Lampedusa: 123 persone portate in salvo dall’ong tedesca Reqship, e 58 arrivate autonomamente al molo commerciale della città. Centinaia i salvataggi degli ultimi giorni, ora l’hotspot dell’isola raccoglie 939 persone in uno spazio adibito per 350.
A cura di Luca Pons
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Nella notte, quattro barche sono approdate a Lampedusa. A bordo c'erano 181 persone migranti. Di queste, 58 sono arrivate sulla loro imbarcazione (lunga circa 8 metri) direttamente al molo commerciale di Lampedusa: si trattava di uomini e donne originari di Bangladesh, Somalia, Egitto e Marocco. Le altre 123 persone sono state portate in salvo dalla nave Nadir dell'organizzazione tedesca Reqship, che presta assistenza alle persone disperse in mare dal 2017.

La loro presenza era stata segnalata già nella tarda serata di ieri. Alle dieci, Reqship aveva comunicato che stava assistendo "tre barche sovraffollate", con "bambini e neonati, esposti alle intemperie del mare aperto. Senza aiuto dalle autorità competenti, i sopravvissuti non riusciranno a mettersi in salvo". Una volta avute maggiori informazioni, si era saputo che a bordo c'era anche un neonato di un mese e altri 8 minorenni, oltre a 40 donne. Il gruppo era in mare da domenica. "Sono stremati dal lungo viaggio e dal caldo", aveva detto l'ong.

Alcune ore dopo, così, le tre imbarcazioni –  una barca in ferro lunga 5 metri, un gommone di 7 metri e un barchino di 5 metri – sono arrivate a Lampedusa. Provengono da vari Paesi del Nord Africa: dalla Guinea al Camerun, dal Mali al Sudan. Il supporto di terra è stato fornito dalla Guardia di finanza.

L'hotspot di Lampedusa, che ha accolto le 181 persone arrivate questa notte, ora conta 939 ospiti. È quasi il triplo del limite teorico consentito, ovvero 350 persone. Ieri c'erano stati altri 9 sbarchi, con 172 persone in totale. Negli ultimi giorni, sommando il lavoro della Nadir di Reqship e della nave Geo Barents di Medici senza frontiere, sono oltre 400 le donne, gli uomini e i bambini portati in salvo dalle ong umanitarie.

Tra le persone soccorse ieri c'era anche una bambina di 4 anni, arrivata senza accompagnatori. Majdi Karbai, parlamentare tunisino ma residente in Italia e operatore di Save the children, ha ricostruito che i genitori e la sorella di 7 anni della bambina, a causa del panico durante i momenti della partenza e della pressione da parte degli scafisti perché si partisse in fretta, sarebbero rimasti sulla spiaggia tunisina da cui l'imbarcazione è salpata. Save the children ha fatto sapere che la bambina è stata trasferita in una comunità protetta, chiedendo "l'immediata attivazione delle misure necessarie per favorire il ricongiungimento con la sua famiglia".

Intanto, nuovi arrivi sono attesi. La nave Geo Barents, di Medici senza frontiere, ha soccorso due giorni fa altre due imbarcazioni che portavano 293 persone sopravvissute. Tra queste, ci sono 146 minorenni, di cui un bambino molto piccolo, e una donna incinta. "La loro barca stava imbarcando acqua quando siamo arrivati", ha comunicato Msf. La nave, ora, si sta dirigendo verso l'Europa in attesa di un porto sicuro.

Medici senza frontiere, Mediterranea, Sea-Watch e Alarm phone segnalano che Malta, invece, avrebbe violato il principio di non respingimento: secondo le organizzazioni, il 26 settembre, il Centro di coordinamento salvataggi di Malta avrebbe ordinato a una nave commerciale chiamata Shimanami Queen, che si trovava nello spazio marittimo maltese e aveva soccorso 23 persone, di portare i migranti in Egitto.

Questo nonostante le persone salvate fossero in mare da almeno quattro giorni e le autorità maltesi e italiane ne fossero state informate il 22 settembre. La piccola barca aveva scorte limitate di cibo e acqua, le persone a bordo erano in condizioni sanitarie critiche, e i porti più vicini erano a Malta o in Italia. Le ong coinvolte, che hanno seguito il caso, denunciano una violazione del diritto marittimo e internazionale.

Frontex: nel 2022 aumentate del 40% le partenze da Libia e Tunisia

Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli arrivi in Italia anche dalla cosiddetta "rotta turca" e mediorientale, che portano spesso a sbarchi in Calabria (246 persone questa settimana, provenienti da Afghanistan, Iraq, Iran e Siria, tra cui un bambino di 6 mesi e molti minori non accompagnati) e Puglia (243 persone, tra di loro una donna incinta all'ottavo mese).

Secondo l'ultimo rapporto di Frontex, Agenzia europea della guardia costiera, le persone arrivate da questa rotta tra gennaio e settembre del 2022 sono state quasi 29mila, un numero più che raddoppiato rispetto al 2021. Più della metà sono arrivate in Italia. Le persone partite da Tunisia e Libia e arrivate in Europa, nello stesso periodo, sono state più di 65mila – un aumento del 42% sull'anno scorso.

Sono cresciuti, in particolare, i flussi migratori che portano persone rifugiate dai Paesi asiatici, come Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, Iran, Iraq, Siria, Palestina. Questi hanno rappresentato il 60% degli arrivi in Europa quest'anno, e non a caso la "rotta" che ha visto l'aumento più forte è quella che passa dai Balcani: 228mila persone giunte nell'Unione europea nei primi 9 mesi del 2022, +170% rispetto all'anno precedente.

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