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Covid 19

Metà degli operatori sanitari Italiani con stress post trauma per l’emergenza coronavirus

Secondo uno studio italiano effettuato su vasta scala per valutare l’impatto dell’epidemia covid sulla salute mentale degli operatori sanitari, circa il 50 per cento di chi era in prima linea di giorni di massima pressione sui servizi sanitari ha accusato i tipici sintomi da stress post-traumatico come quelli che colpiscono i soldati in azioni di guerra.
A cura di Antonio Palma
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Ansia, insonnia e depressione, sono questi alcuni tra i disturbi più diffusi a livello psicologico individuati tra gli operatori sanitari italiani durante l'emergenza coronavirus nel nostro Paese. Si tratta di chiari sintomi da stress post-traumatico come quelli che colpiscono i soldati in azioni di guerra ma ad essere colpiti in questo caso sono medici e infermieri in prima linea nella lotta al coronavirus durante i giorni più duri dell'epidemia. È quanto emerso dal primo studio italiano su vasta scala per valutare l'impatto dell'epidemia covid sulla salute mentale degli operatori sanitari. L'indagine, condotta dall'Università dell'Aquila in collaborazione con l'Università di Roma Tor Vergata e pubblicata sulla rivista Jama Network Open, di fatto ha confermato quanto già rilevato da un'analisi analoga condotta in Cina sugli operatori sanitari di Wuhan e cioè che la pandemia ha pesato e pesa ancora sulla salute mentale di medici e infermieri.

Come evidenzino i ricercatori, dallo studio è emerso che gli operatori sanitari sono stati esposti a livelli elevati di eventi stressanti in un arco temporale ristretto e presentano "in circa il 50% dei casi, sintomi post-traumatici legati a stress, depressione, ansia e insonnia". Nel dettaglio, dallo studio, che ha preso in esame un totale di 1.379 operatori sanitari che hanno compilato un questionario ad hoc, è emerso che il 49.38% del campione mostravano sintomi "spia" di stress post-traumatico. Oltre il 24 per cento di loro aveva sintomi di depressione, quasi il 20 per cento soffre di ansia, il 22 per cento di stress e l'8% soffre di insonnia. A rispondere al questionario operatori sanitari impegnati nei giorni immediatamente precedenti al picco del contagio in Italia e cioè in un periodo di massima pressione per i servizi sanitari del Paese.

"Abbiamo esaminato anche le caratteristiche del lavoro degli operatori, cioè se erano in prima o seconda linea. Scoprendo chiare associazioni tra i sintomi e il fatto di lavorare in prima linea, aver avuto un collega contagiato o morto ed essere giovani e donne", ha spiegato all'Adnkronos Rodolfo Rossi, psichiatra e assegnista di ricerca all'Università Tor Vergata di Roma e primo autore dello studio. Dallo studio è emerso che l'esposizione al contagio è associata anche a ad un maggior rischio di depressione. "Appare chiaro che la ‘mazzata' c'è stata. Inoltre lo stress post traumatico si manifesta subito, ma ha anche un'onda lunga a sei mesi" per questo "monitoreremo la situazione con un follow up già nei prossimi mesi, per valutare l'evoluzione delle condizioni degli operatori sanitari", ha aggiunto Rossi.

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