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Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro lascia il carcere per l’ospedale per accertamenti: struttura blindata

Matteo Messina Denaro è stato trasferito ieri dal carcere dell’Aquila all’ospedale San Salvatore per accertamenti e per essere sottoposto a una tac: struttura off limits e completamente blindata.
A cura di Ida Artiaco
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Arresto Messina Denaro
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Accertamenti medici per Matteo Messina Denaro all'ospedale San Salvatore dell'Aquila: il boss di Cosa Nostra ha lasciato il carcere per essere trasferito al nosocomio, che è stato letteralmente blindato per ore.

Il Padrino di Castelvetrano è stato guardato a vista da Carabinieri, polizia penitenziaria, agenti del Gom. Un nastro rosso ha circoscritto il perimetro invalicabile della struttura "G8" dell'ospedale, dove Messia Denaro, in cura per un tumore, è stato trasferito nella giornata di ieri.

Secondo quanto è stato possibile appurare, il boss è stato sottoposto ad una serie di controlli di routine, e a quanto pare una Tac, strumento non presente all'interno della stanza-infermeria realizzata ad hoc proprio all'interno dello stesso penitenziario, dove viene sottoposto regolarmente a chemioterapia.

In serata, intorno alle 18, ha infine lasciato l'ospedale per fare rientro nel carcere di massima sicurezza, distante 7 chilometri, nella frazione di Preturo, dove è detenuto in regime di 41 bis.

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Intanto, continuano le indagini dopo l'arresto di Messina Denaro per cercare di ricostruire gli anni della latitanza. È stato reso noto un video di 10 secondi che smentisce le parole di Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l'identità al boss, e da qualche settimana in carcere per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena.

I pm Gianluca de Leo e Piero Padova hanno depositato al tribunale del Riesame di Palermo, al quale Bonafede aveva fatto ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare, un filmato girato da alcune telecamere di sorveglianza piazzate a Campobello di Mazara, paese in cui Messina Denaro si nascondeva e che smentirebbe lo stesso Bonafede, che ha sempre ribadito di non conoscere l'ex latitante.

Nel filmato si vede infatti l'uomo, a bordo dell'auto usata dai messi del Comune, incrociare la Giulietta del capomafia. I due veicoli arrestano la marcia e il boss e l'impiegato comunale si fermano a parlare.

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