Mariella Tamborrino e quel volo mortale dal balcone dell’ex, i genitori: “Non fu suicidio”
È precipitata dal balcone della casa dell'ex facendo un volo di cinque piani. Per la famiglia di Mariella Tamborrino, l'avvocato di 35 anni di Rocca Di Neto (Crotone), non si è lanciata di sua volontà. Per questo il papà e la mamma della bella professionista morta in ospedale dopo quel volo, il 1° settembre del 2012, chiedono la riapertura delle indagini per l'ipotesi di omicidio volontario. Secondo quanto riferito dall'ex, Michele Cavallo, presente con lei nell'appartamento di Via Santa Croce a Crotone, la donna, si sarebbe alzata dal divano dove stavano chiacchierando e sarebbe andata verso la porta finestra, dove, nell'arco di pochi secondi, si sarebbe messa a cavalcioni per poi lasciarsi cadere nel vuoto.
Una relazione difficile
Una dinamica che non convince affatto i familiari di Mariella. Prima di tutto, la ragazza aveva sempre descritto la relazione come un legame incerto, poco importante, che voleva troncare per tornare a Bologna, dove si era laureata e lavorava. Quella sera, peraltro, Mariella aveva altri programmi che vedere Michele. Doveva vedere delle amiche, si era fatta la messa in piega dal parrucchiere, si era vestita di tutto punto per uscire, era andata a trovare il fratello e il piccolo nipotino. Insomma, era di umore sereno come sempre e nulla lasciava presagire comportamenti autolesionistici.
I sandali tagliati sulla scena
Eppure alle 23 di quella sera, nonostante avesse altri programmi, Mariella si trova nell'appartamento con Michele, da dove precipita, per poi morire in ospedale. Sulla scena, nel salotto dell'appartamento in via Santa Croce, durante i rilievi, gli inquirenti fotografano un dettaglio anomalo. I sandali indossati da Mariella, un paio di platform di colore oro, giacciono sul pavimento con il cinturino tagliato. Perché? Per quale motivo la donna, sempre elegante impeccabile, si sarebbe tolta i sandali in quel modo, invece di slacciarli? Nell'appartamento, peraltro, non viene trovato neanche un paio di forbici.
Le ipotesi investigative
Sul suo corpo della donna vengono riscontrati traumi riconducibili ai traumi della caduta, ma alcune lesioni presenti sul labbro, sollevano i sospetti di una colluttazione. Per questo, le indagini si orientano in un primo momento sull'ipotesi di istigazione al suicidio, poi su quella di omicidio volontario, sequestro e lesioni. Michele, secondo la teoria investigativa omicidiaria, avrebbe trattenuto Mariella nel suo appartamento, dove, probabilmente durante una lite per il rifiuto della donna a riprendere la relazione, l'avrebbe aggredita e poi lanciata dal balcone.
La famiglia vuole riaprire le indagini
A supporto di questa tesi c'è la testimonianza di un vicino, un uomo residente in Sicilia che in quei giorni si trovava ospite in casa della madre a Crotone. L'uomo, riferisce di una lite con parole ‘irripetibili', ricorda di aver sentito prima un ticchettìo, presumibilmente, quello dei tacchi di Mariella, poi un trascinamento di qualcosa di molto pesante, come un sacco e infine, un tonfo. Proprio su questa importante testimonianza, e sul particolare dei sandali tagliati, i legali della famiglia Tamborrino, oggi, a distanza di 8 anni dai fatti, insistono per riaprire un'indagine accurata, che escluda ogni dubbio sulla morte di Mariella.
