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Malika, cacciata di casa dai genitori perché gay

Malika, cacciata di casa perché lesbica: “Grazie al sostegno potrò pagarmi affitto e spese legali”

A 48 ore dall’uscita del servizio di Fanpage in cui denunciava le violenze di natura omofobica da parte dei genitori, Malika Chalhy racconta come riesce a intravedere un futuro grazie al sostegno dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Ma denuncia: “Per tre mesi nessuno mi ha ascoltata, ho dovuto urlare per vedere riconosciuti i miei diritti”.
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Ho aperto più porte, sbattendo più forte, ma dentro i tuoi occhi sono nato due volte”: recita così il brano inedito di Esa Abrate che Malika Chalhy ci racconta di ascoltare incessantemente da due giorni a questa parte, da quando cioè è uscito il servizio di Fanpage.it in cui abbiamo raccontato la sua storia. Una storia amara, che parla di rifiuto e di abbandono, ma anche di coraggio e voglia di riscatto.

“Venerdì sono andata a dormire sentendomi grata per aver avuto finalmente la possibilità di denunciare le violenze dei miei genitori e della mia famiglia, ma credendo che il giorno dopo tutto sarebbe tornato come prima. Non è stato così. Il sostegno che sto ricevendo è enorme, sia da parte dell’opinione pubblica che di personaggi noti delle istituzioni e del mondo dello spettacolo. Sono profondamente grata per tutto questo, per me è come rinascere, come dice la canzone di Esa Abrate”

Malika, cosa deve fare una vittima di odio omotransfobico per farsi ascoltare e per tutelarsi, oggi, in Italia?

Denunciare è importantissimo. Purtroppo ho dovuto sperimentare sulla mia pelle la lentezza della burocrazia italiana, che contribuisce a creare un clima di isolamento intorno a chi è vittima di odio omofobico, di bullismo, di stalking o di qualsiasi altro genere di violenza. Ho sporto denuncia contro i miei genitori il 18 gennaio 2021, ma fino a ieri l’altro non è stato fatto praticamente nulla di concreto (solo dopo il video di Fanpage.it la Procura di Firenze ha infine aperto un'inchiesta, ndr) Ho dovuto ricorrere alla stampa per farmi sentire, sono felice che alla fine la mia richiesta di ascolto sia arrivata, ma mi chiedo: quante grida di aiuto si perdono nelle maglie della burocrazia italiana? Io ho dovuto urlare per vedere riconosciuto quello che è un mio diritto, se non l'avessi fatto sarei ancora invisibile. Non posso fare a meno di chiedermi: se al mio posto ci fosse stato il figlio di un Carabiniere, le tempistiche sarebbero state le stesse? Da quando è uscito il vostro servizio ho ricevuto una quantità esorbitante di messaggi di persone che si sono trovate in situazioni analoghe alla mia ma non hanno avuto il coraggio di denunciare per paura di ritorsioni o per mancanza di ascolto e affiancamento da parte delle forze dell’ordine. Questo non dovrebbe mai succedere.

Cosa pensi del ddl Zan, rinviato in Senato per l’ennesima volta proprio questo mese?

Penso che sia assolutamente necessario che passi perché le discriminazioni e le violenze verbali o fisiche contro le persone appartenenti al mondo LGBTQ sono drammaticamente frequenti in Italia e ciò non è più accettabile. Non è accettabile che qualcuno si senta in diritto di offendere o addirittura picchiare un’altra persona solo perché non appartiene alla maggioranza etero-cisgender.

Sempre a proposito del ddl Zan: ieri durante una diretta su Instagram che hai organizzato ad un certo punto una ragazza ha detto che “ognuno è libero di avere la sua idea”. Questo è un po’ il cavallo di battaglia della Lega in merito al disegno di legge, che secondo alcuni rischia di limitare la libertà di espressione. Tu che ne pensi?

Penso che la libertà di espressione non abbia nulla a che vedere con gli insulti, le offese e le minacce. D’altra parte, se i miei genitori non mi avessero minacciata di morte e offesa così nel profondo, non sarei arrivata a denunciare. Il confine è chiaro. Penso anche che quando si parla di amore e di rapporti contestualizzati in dinamiche consensuali, nessuno abbia il diritto di mettere bocca. Ognuno deve essere libero di amare chi vuole, perché come ho già detto nel vostro servizio, l’amore non fa male a nessuno. Amare è sempre una cosa buona, di principio.

Malika, il sostegno che stai ricevendo è davvero enorme, molte persone desiderano sapere come stai, qual è la tua situazione abitativa e lavorativa attuale e come possono aiutarti. Desideri rispondere?

Sì, assolutamente. Ci tengo a dire che ho un tetto sopra la testa grazie alle poche persone che mi sono state vicino fin da subito, ho da mangiare e non vivo per la strada. Grazie alle donazioni arrivate sulla raccolta fondi Gofundme potrò permettermi di sostenere le spese legali che sto affrontando, di fare la spesa, pagarmi l’assicurazione della macchina e forse addirittura un affitto. Per me era inimmaginabile ricevere così tanto amore e supporto. Sono nata due volte, come dice la canzone che sto ascoltando a ripetizione in questi giorni.

Che progetti hai per il futuro?

Di sicuro voglio ricominciare a giocare a calcetto! E poi ancora non lo so, ho diverse idee e sogni tra cui quello di iscrivermi a giurisprudenza e diventare magistrato, che per ora resta però nel cassetto. Nell’immediato futuro spero di riuscire a farmi portavoce per come posso delle istanze di chi è vittima di violenze e bullismo e non ha voce. Questo è il mio modo per restituire tutto quello che mi è stato dato e mi sta venendo dato in questi giorni.

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