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Mafia, relazione Dia: Matteo Messina Denaro resta “figura carismatica e punto di riferimento”

Quella di Matteo Messina Denaro costituirebbe ancora la “figura criminale più carismatica di cosa nostra e in particolare della mafia trapanese”. Lo si legge nella relazione semestrale della Dia.
A cura di Susanna Picone
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Matteo Messina Denaro resta “la figura criminale più carismatica di Cosa Nostra e in particolare della mafia trapanese”. È quanto emerge dalla Direzione investigativa antimafia nella relazione al Parlamento per il primo semestre 2021. Nonostante la lunga latitanza, Matteo Messina Denaro resterebbe il principale punto di riferimento per far fronte alle questioni di maggiore interesse che coinvolgono l'organizzazione oltre che per la risoluzione di controversie in seno alla consorteria o per la nomina dei vertici di articolazioni mafiose, anche non trapanesi. Tuttavia benché "u siccu" continui a beneficiare della fedeltà di molti sodali, sarebbe cresciuto "uno strisciante malcontento in alcuni affiliati": "insoddisfazione connessa con le problematiche derivanti dalla gestione della lunga latitanza peraltro resa difficile dalle costanti attività investigative che hanno colpito in larga parte la vasta rete di protezione del boss”. La Dia scrive che Cosa nostra trapanese "non presenta segnali di mutamento organizzativo, strutturale e di leadership: continuerebbe a essere articolata nei 4 mandamenti di Trapani, Alcamo, Mazara del Vallo e Castelvetrano che a loro volta sarebbero suddivisi in 17 famiglie”.

Meno violenza ma più infiltrazioni in economia

In generale, nella relazione per il primo semestre 2021, la Dia registra che da un lato si contano meno azioni cruente e comportamenti in grado di provocare allarme sociale, dall’altro "la tendenza dei sodalizi mafiosi a una progressiva occupazione del mercato legale". Calano gli omicidi di tipo mafioso, da 9 del I semestre 2020 a due, e le associazioni di tipo mafioso, da 77 a 57. La propensione a inquinare l'economia legale trova conferma nell'incremento delle segnalazioni di operazioni sospette: 49.104 nel I semestre 2019, 54.228 nel I semestre 2020 e 68.534 nel semestre 2021, e delle interdittive antimafia, che sono rispettivamente 279, 384 e 455.

La Direzione investigativa antimafia sottolinea come le consorterie criminali siano interessate "alle più moderne tecnologie e in particolare a tutti gli strumenti che permettono un rapido e invisibile passaggio di denaro" testimoniato dal ricorso "a pagamenti effettuati con criptovalute quali i Bitcoin e i Monero che non consentono il tracciamento e sfuggono al monitoraggio bancario”, si legge nella relazione che cita, come "nuove minacce in tema di riciclaggio" anche le procedure degli Nft, "non fungible token", "allorquando potrebbero essere volte a nascondere la provenienza illecita dei capitali utilizzati per le transazioni”. Sempre più frequente l'uso dei social network per condividere messaggi testuali e frammenti audiovisivi espliciti di ispirazione camorristici: la Dia rileva come "forte è il rischio che l'identità mafiosa possa prendere il sopravvento anche attraverso la credibilità e l'autorevolezza del profilo social che esalta e diffonde la reputazione criminale del soggetto con lo status di uomo di camorra".

A Foggia "sviamento della macchina amministrativa verso clan"

Lo scioglimento per sospette infiltrazioni mafiose dei Comuni di Monte Sant'Angelo, Mattinata, Cerignola, Manfredonia e Foggia attesta "uno sviamento della macchina amministrativa pubblica in favore degli interessi della criminalità organizzata, che nel territorio dauno si manifesta come ‘mafia degli affari' immersa in un pervicace intreccio tra modernità e tradizione”, si legge sempre nella relazione semestrale che ribadisce la definizione della quarta mafia, quella foggiana, come "primo nemico dello Stato".

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