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Lucia Raso, morta cadendo da una finestra in Germania: “No all’archiviazione del caso, è stata spinta”

La famiglia di Lucia Raso, la 36enne di Verona che il 23 novembre del 2020 precipitò dalla finestra di un appartamento in Baviera, dove era andata a trovare il fidanzato Christian Treo, non si arrende alla richiesta di archiviazione e ha presentato richiesta di opposizione. Prossima udienza il 14 giugno.
A cura di Ida Artiaco
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Lucia Raso
Lucia Raso

Nuova svolta nel caso relativo alla morte di Lucia Raso, la 36enne di Verona che il 23 novembre del 2020 precipitò dalla finestra di un appartamento in Baviera, dove era andata a trovare il fidanzato Christian Treo.

La mamma della ragazza, Maria Xenia Sonato, non si arrende alla richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Stefano Aresu, e ha presentato richiesta di opposizione. L’udienza è fissata per il 14 giugno. "Quel giorno verrà discussa la nostra opposizione al proscioglimento del fidanzato. Al giudice – ha detto la mamma della ragazza, assistita insieme al marito Pietro Raso come parte lesa dall’avvocato Enrico Bastianello – chiederemo di riaprire le indagini sulla tragica scomparsa di Lucia perché troppi misteri, troppi punti oscuri a nostro avviso non sono mai stati chiariti".

Secondo Sonato, come riporta Il Corriere della Sera, "basterebbe sentire contemporaneamente le versioni di Treo e dei suoi due coinquilini su quanto accadde realmente quella notte", per conoscere la verità su quanto successo alla figlia quel giorno di novembre di due anni e mezzo fa.

Per la famiglia, Lucia "non è affatto caduta accidentalmente" dalla finestra di un appartamento al primo piano a Landshut, in Baviera, ma "in realtà è stata volontariamente spinta giù".

La 36enne riportò un trauma cranico violentissimo dopo aver sbattuto la testa sul marciapiede. "Sono entrato in camera e ho visto Lucia sul davanzale della finestra – aveva raccontato Christian – non ho fatto in tempo a prenderla che è precipitata". Una versione alla quale i famigliari della ragazza non hanno mai creduto chiedendo indagini più approfondite e invocando "verità e chiarezza".

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