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Lecce, derisero disabile diffondendo il video in rete: due vigili urbani a processo

Due agenti della polizia locale del Comune di Maglie (Lecce) sono accusati di molestia per aver smontato e nascosto la ruota della bicicletta di un uomo, noto in paese per la sua disabilità causata da un deficit cognitivo. L’uomo aveva anche minacciato di suicidarsi quando aveva saputo che le immagini erano finite sui social.
A cura di Susanna Picone
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Due agenti della polizia locale del Comune di Maglie (Lecce) sono finiti sotto processo con l’accusa di molestie. Si tratta di M.P., di 54 anni e M.M., 55 anni, che nel 2019 derisero e bullizzarono un disabile del loro paese diffondendo anche un video in rete. Temporaneamente sospesi dal servizio, come scrive Repubblica i due vigili sono stati poi trasferiti in un altro ufficio dove continuano a lavorare. Nell’aprile del 2019 i due, secondo la ricostruzione, smontarono la ruota della bicicletta di un uomo di 53 anni noto a Maglie per il suo deficit cognitivo: lo fecero durante l’orario di lavoro per poi deridere l'uomo con un video che in poco tempo finì sulle varie chat. Nel video, realizzato da uno degli agenti, si vede l’uomo all’interno di Palazzo De Marco che, arrabbiato, urla perché i vigili gli avevano nascosto la ruota anteriore della sua bici.

Il disabile manifestò anche l'intenzione di togliersi la vita dopo l'episodio – “Sei sicuro che sei venuto con la ruota tua? La prossima volta te le tolgo tutte e due le ruote”, gli dicono i vigili. È uno di loro, a un certo punto, a prendere da un furgoncino la ruota mancante e restituirla: poi i due continuano a deridere l’uomo anche quando, da solo, rimonta la ruota alla bicicletta. Le indagini sono scattate dopo che il video è finito sulle varie chat della cittadina di Maglie. In base a quanto riportato nell'esposto, il disabile bullizzato, venuto a conoscenza che anche altre immagini erano finite sui social, manifestò persino la volontà di suicidarsi. In una prima fase delle indagini i due agenti vennero iscritti nel registro degli indagati per istigazione al suicidio, violenza privata e interruzione di pubblico servizio. I loro cellulari vennero sequestrati dai carabinieri.

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