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Lamezia Terme, sparò e diede fuoco a imprenditore per una truffa su crociera fantasma: un arresto

Lo avrebbe ucciso perché truffato, Marco Gallo, l’uomo arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Catanzaro con l’accusa di aver ucciso e poi dato alle fiamme Domenico Maria Gigliotti, ucciso la mattina del 25 gennaio 2015 a Lamezia Terme. Il killer, già all’ergastolo per un altro omicidio, avrebbe sparato all’imprenditore perché lo riteneva responsabile di averlo truffato.
A cura di Chiara Ammendola
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L'auto di Domenico Maria Gigliotti e il killer Marco Gallo
L'auto di Domenico Maria Gigliotti e il killer Marco Gallo

Lo avrebbe ucciso per vendetta, perché riteneva di essere stato truffato dall'agenzia di viaggi gestita dalla moglie che gli aveva venduto una crociera "fantasma", per questo Marco Gallo ha impugnato la sua pistola e la mattina del 25 gennaio 2015 ha ucciso l'imprenditore Domenico Maria Gigliotti a Lamezia Terme. Poi ha dato fuoco all'auto dell'uomo per distruggerne il cadavere e far sparire ogni traccia. Con queste accuse gli uomini della Squadra mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Marco Gallo con le accuse di omicidio e distruzione di. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura.

Per Gallo, già condannato all'ergastolo per un altro omicidio, si tratta della quarta accusa di questo tipo. L'uomo infatti sarebbe già coinvolto nei delitti di Francesco Berlingieri, di Gregorio Mezzatesta e dell'avvocato Francesco Pagliuso. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Santo Melidona della Procura lametina il nome di Gallo, indicato dagli inquirenti come killer spietato, figurava tra le vittime della truffa dei ‘viaggi fantasma‘ venduti dall'agenzia Easy Fligth, gestita dalla moglie dell'imprenditore Gigliotti.

Sarebbe stato proprio l'incasso fraudolento dell'anticipo versato (1.100 euro) per l'acquisto di una crociera, a cui avrebbero dovuto partecipare il presunto killer e la moglie, nonché la mancata restituzione dello stesso a scatenare la violenta reazione dell'indagato che, già nel mese di ottobre 2014, aveva esploso alcuni colpi d'arma da fuoco contro l'abitazione della famiglia Gigliotti. Fondamentali per stringere il cerchio intorno a Gallo si sono rivelati, nonostante l'utilizzo di un revolver, gli esiti della comparazione balistica, affidata agli esperti della Polizia Scientifica. Da questi esami è emerso che per il danneggiamento dell'abitazione e l'omicidio era stata adoperata la medesima arma.

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