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La scuola vieta i top sportivi, la studentessa: “In classe ci dicevano che le ragazze hanno un prezzo”

L’insegnante di educazione fisica ha vietato i top sportivi in palestra per non “distrarre i ragazzi”. La studentessa dell’Istituto di Venezia: “Un docente ci disse che le ragazze hanno un prezzo”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Vietato indossare top sportivi durante l'ora di educazione fisica per "non distrarre i ragazzi". Si è verificato a Venezia nel liceo Artistico Marco Polo. Qualche giorno fa, giovedì 11 novembre, l'insegnante di educazione fisica aveva lanciato l'ultimatum alle studentesse imponendo note e provvedimenti disciplinari in caso di trasgressione. Il collettivo studentesco PoloLas ha lanciato una protesta davanti ai cancelli della scuola: le ragazze si sono presentate con indosso il top sportivo scelto come simbolo della manifestazione. "Cambiate mentalità, non i vestiti" recitavano gli striscioni degli studenti. "La volontà era quella di affrontare il tema da un punto di vista più ampio – spiega a Fanpage.it una studentessa dell'Istituto che ha chiesto di restare anonima – perché la scuola dovrebbe essere la prima ad educare al rispetto delle persone e delle donne".

A Fanpage.it, la studentessa ha spiegato che l'insegnante di educazione fisica che ha imposto il divieto ha già assunto posizioni simili in passato. "Non aveva mai minacciato provvedimenti disciplinari, ma era capitato che rimproverasse le studentesse per come erano vestite, magari per un completo sportivo che lei considerava "non consono". Dopo questo ultimatum, le mie compagne si sono rivolte alla Preside dell'Istituto che inizialmente non ha voluto prendere una posizione sulla tematica. Con l'eco mediatico della protesta si è schierata con noi studenti e l'insegnante ha deciso di fare un passo indietro sulle sanzioni disciplinari. Sostiene però che questa sia libertà di insegnamento". Le allieve non sono ancora tornate in palestra dopo l'accaduto.

"Nella nostra scuola ci sono tanti insegnanti virtuosi – spiega la studentessa – nonostante tutto ci sono docenti che portano avanti discorsi discriminatori e retrogradi. Capita spesso di sentire commenti sessisti durante le lezioni. Un insegnante una volta ci ha detto che le ragazze hanno un prezzo. Durante una lezione ha asserito che le ragazze sono più propense ad accettare avances da persone che hanno grandi disponibilità economiche e che sostanzialmente il nostro consenso può essere comprato. Siamo stanche di sentire questi discorsi tra le mura scolastiche. Si tratta di casi isolati, eppure discorsi del genere sono avvilenti e profondamente diseducativi. Altre volte ci è capitato di sentire discorsi sul vestiario come elemento di provocazione delle molestie".

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Gli studenti hanno deciso di organizzare collettivi studenteschi per discutere queste problematiche in un'assemblea comune. "Questo tipo di discriminazioni si verificano in tutte le scuole – ha raccontato a Fanpage.it il collettivo PoloLas – ma il nostro liceo Artistico dovrebbe essere molto più avanti sulle tematiche riguardanti il vestiario e l'espressione personale. Non possiamo accettare che le studentesse siano una categoria di serie B e che le condizioni in cui devono studiare e seguire le lezioni siano subordinate a quello che si ritiene essere il "benessere" dei loro colleghi maschi. Serve formazione per gli insegnanti da questo punto di vista. Bisogna superare i discorsi retrogradi figli di una cultura di stampo conservatore e patriarcale tra le mura scolastiche, perché lo scontro generazionale non può sfociare in insegnamenti diseducativi per gli adulti del futuro".

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