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Ultime notizie sull'omicidio di Elisa Pomarelli

La confessione di Massimo Sebastiani: “Così ho uccisa Elisa nel pollaio, poi ho dormito con lei”

Il racconto dell’uomo che il 25 agosto ha strangolato in un pollaio la sua amica Elisa, la donna di cui era ossessionato: “L’ho afferrata con entrambe le mani per il collo. È caduta a terra e ho capito che era morta. Mi aveva detto che forse non c’era bisogno di vedersi più così spesso”.
A cura di Biagio Chiariello
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Non sopportava l’idea del distacco. Per questo Massimo Sebastiani ha ucciso Elisa Pomarelli. Lui era l’amico di cui lei si fidava, che frequentava da oltre tre anni. L’uomo però ne era ossessionato. Così domenica 25 agosto, dopo aver consumato con lei un pranzo al ristorante la “Tana del lupo”, un’osteria sui colli piacentini poco lontano da Gropparello, l’ha ammazzata: “Avevano pranzato da me, venivano spesso di domenica. Mi erano sembrati normali, come sempre, lui scherzoso, lei più taciturna. Alla fine Massimo mi aveva salutato sorridendo dicendo che andavano a fare la casetta dei bambini” ha raccontato al Corriere della Sera il ristoratore Luigi Farina che conosce Sebastiani da sempre. Il cadavere della giovane è stato trovato poche ore dopo aver rintracciato l’uomo, nel pomeriggio del 7 settembre, sotterrato in una buca di oltre un metro in una zona particolarmente impervia, dietro la casa di Silvio Perazzi, il padre della ex fidanzata di Massimo Sebastiani, a Costa di Sariano nel comune di Gropparello.

Sebastiani ed Elisa non erano fidanzati

"Per un attimo ho visto tutto buio… L’ho afferrata con entrambe le mani per il collo …. È caduta a terra e ho capito che era morta", ha confessato davanti al giudice di Piacenza Luca Milani nel corso di un lungo interrogatorio. Ma perché l’ha fatto? "Elisa mi aveva detto che non c’era più bisogno di vedersi spesso. Era molto seria"

Eppure Sebastiani, 45 anni divisi fra la passione dei campi e il lavoro di tornitore in fabbrica, non era tormentato solo da quella passione non corrisposta per Elisa Pomarelli, ventottenne assicuratrice piacentina: “Vedendomi giù di morale, gli amici mi avevano spinto ad andare da una psicologa. Ero giù soprattutto per i debiti e per il mio rapporto con lei… da ultimo mi ero rivolto a una dottoressa di Bergamo che mi stava aiutando” avrebbe detto secondo il Corsera. Elisa si è avvicinata a lui “dopo aver perso una cara amica d’infanzia per la quale provava un sentimento non corrisposto – spiega Dayana Cabezas, amica di entrambi – Era per lei un periodo difficile, di accettazione di queste sue pulsioni. Mi aveva detto che con Massimo c’era stato solo un bacio perché aveva capito subito di non poter avere un rapporto con lui. Io credo che lui abbia vissuto una grande illusione perché mancavano proprio i presupposti di una relazione di coppia”. Eppure Massimo parlava a tutti di Elisa come se fosse la sua fidanzata. La ragazza però aveva iniziato a frequentare una altra donna Silvia: “So che voleva dirglielo e io credo che gliel’abbia detto quel giorno” spiega Dayana.

L'omicidio e il vagabondaggio nei boschi: "Ho dormito accanto a Elisa"

Sono le 14.11 del 25 agosto, quando la telecamera di sorveglianza posta sul retro di una ditta metalmeccanica di Campogrande di Carpaneto riprende Elisa e Massimo entrare nel pollaio della casa dell’uomo. Alle 14.31 Sebastiani viene inquadrato nuovamente mentre ne esce portando in braccio la ragazza. Per gli inquirenti l’aveva appena uccisa. L’uomo la porta in un bosco sulla vicina collina di Sariano, dove la veglia per giorni.

“Ho anche dormito due notti tenendola per mano. L’unico mio pensiero era starle vicino”.

Per 13 giorni, Sebastiani si nutre di quel che trova nel bosco: “Bacche, pomodori, uva, mele, una volta avevo preso da terra una pagnotta secca che un gatto stava rosicchiando”, fino a quando, stremato, si rifugia in una casa sulla collina di Sariano, quella di Silvio Perazzi, padre di una sua ex, finito in carcere con il sospetto di averlo aiutato ma poi liberato. L’anziano ci andava a fare il pane.  “Stremato, avevo deciso di avvicinarmi al suo giardino. Una notte ho dormito nel capanno degli attrezzi. Poi l’ho visto arrivare e mentre era nel cortile mi sono infilato in casa e sono andato nella soffitta che ho chiuso spostando un grande armadio… Durante il giorno uscivo saltando dalla finestra per andare a vedere Elisa” racconta Sebastian. Più volte ha avuto la tentazione di farla finita: “Nei giorni passati in quella soffitta ho pensato al suicidio ma non ho avuto il coraggio di farlo”. Quindi la decisione di consegnarsi ai carabinieri, prima però “ho dormito con Elisa e poi l’ho seppellita”.

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