La beffa ai parenti di Denise Ruggeri morta durante una crociera sul Nilo: nessuno aveva disposto l’autopsia

L'autopsia sul corpo di Denise Ruggeri era attesa da tutti, sembrava cosa normale dopo il terribile incidente tra barche sul Nilo in cui ha perso la vita la quarantasettenne abruzzese ma, come una vera e propria beffa, la famiglia ha scoperto che in realtà nessuno aveva disposto l'esame post mortem sulla salma. È stata necessaria una denuncia formale da parte dell'avvocato dei parenti della donna per avviare la pratica davanti alla Procura di Roma.
A questo punto l'ultimo saluto alll'insegnante di Cagnano Amiterno sarà rinviato ulteriormente in attesa dell'esame post mortem che sarà effettuato solo nei prossimi giorni nella Capitale prima del rientro della salma in Abruzzo. Come costruisce il Centro, la singolare scoperta è avvenuta solo quando l'avvocato nominato dal marito della donna si è recato presso gli uffici della procura Capitolina scoprendo che in realtà dall'Egitto non era arrivato nessun documento ufficiale che potesse far scattare la richiesta di autopsia sulla salma rimpatriata.
Solo il passo formale dei familiari ha messo in moto ora la macchina della Giustizia italiana con l'avvio dell'indagine parallela da Roma. L'autopsia sarà chiamata soprattutto a stabilire se la lesione polmonare di cui è stata vittima la donna durante la collisione tra i due battelli era così grave da rendere ininfluente l'arrivo dei soccorsi che sarebbero stati comunque molto intempestivi.
L'inchiesta penale egiziana intanto si concentra sul comandante del battello, a cui è stata già revocata la licenza di guida. In particolare si valuta la mancata precedenza al battello che procedeva in direzione opposta e la velocità tenuta dall'imbarcazione su cui viaggiavano Denise Ruggeri e il marito. Nel Paese africano il caso ha sollevato anche interrogazioni parlamentari per chiedere di fare piena luce sull'accaduto che comunque coinvolge un settore come il turismo che è di vitale importanza per l'Egitto.
Secondo quanto ricostruito finora, la 47enne si trovava in cabina a pregare al momento dell’impatto e l'urto le ha provocato una lesione polmonare. I soccorsi avrebbero ritardato a lungo per la mancanza di coordinamento ma anche di materiale e sarebbero trascorso oltre tre quarti d'ora prima che qualcuno si occupasse della donna.