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Covid 19

Infermieri no vax sospesi per tutelare gli ospiti di due Rsa: “Ecco perché non ci va di vaccinarci”

Parla una delle infermiere sospese dal lavoro in due rsa di Belluno dopo essersi rifiutate di ricevere il vaccino anti Covid mettendo così a rischio personale e ospiti delle strutture: “Questo vaccino è stato poco studiato, ho paura che facendolo possa causare qualcosa al mio fisico. Valuterò anche di rimanere senza lavoro”.
A cura di Ida Artiaco
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"Questo vaccino è stato poco studiato, ho paura che facendolo possa causare qualcosa al mio fisico, anche più avanti". A parlare è una delle infermiere che è stata sospesa per aver rifiutato di ricevere il vaccino anti Covid, mettendo così a rischio la salute degli ospiti di due Rsa di Belluno dove lavoravano. Lo ha fatto in una intervista alla trasmissione Mediaset Dritto e Rovescio. La donna, insieme ad altri nove colleghi, è al momento in ferie forzate, dopo che la sentenza di un giudice del lavoro, la prima in assoluto di questo genere, dà ragione a due strutture per anziani che hanno voluto allontanare gli operatori sanitari, che non si sono voluti sottoporre al vaccino. Ma una di loro si è difesa, dichiarando che "non mi va di farlo in questo momento, voglio tutelare me stessa e per di più non mi dà sicurezza che non contagerò nessuno, valuterò anche di rimanere senza lavoro".

A chi tocca ora decidere il futuro di questi lavoratori? Nei giorni scorsi il giudice di Belluno Anna Travia ha respinto le richieste di due infermieri e otto operatori sociosanitari che avevano rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione con Pfizer lo scorso febbraio e che, per questo, erano stati sospesi dal lavoro. Come aveva riferito il Corriere del Veneto, i dieci sanitari, tutti dipendenti di due case di riposo del Bellunese, all'indomani del rifiuto, sono stati messi in ferie forzate dalla direzione delle Rsa e sottoposti alla visita del medico del lavoro. A loro volta, gli operatori no vax avevano fatto ricorso in tribunale per essere reintegrati nel posto di lavoro, rivendicando la libertà di scelta vaccinale prevista dalla Costituzione. Come ha spiegato Innocenzo Megali, legale delle due strutture per anziani, adesso sarà il medico competente aziendale a valutare l'idoneità lavorativa dei singoli dipendenti rispetto alle proprie mansioni. "Al termine di questa valutazione effettuata dopo una visita medica – ha precisato l'avvocato – il datore di lavoro prenderà le decisioni del caso".

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