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Alluvione Emilia Romagna 2023

In strada a spalare dopo l’alluvione, i giovani romagnoli: “Giusto venire ad aiutare, continueremo”

I protagonisti di questi primi giorni di lenta ripresa in Emilia Romagna sono soprattutto i giovanissimi: stivali di gomma, pale e tanta voglia di aiutare la loro regione a rialzarsi in piedi dopo la terribile alluvione. “Mi sento molto utile. Dare una mano mi fa piacere”, racconta a Fanpage una di loro.
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Forlì, Romagna.
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Nei giorni successivi alla terribile alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna, non appena la pioggia dà finalmente un po’ di tregua, si comincia a fare il punto della situazione, a partire dalla conta dei danni. È il momento del ricordo delle vittime, cominciano a farsi largo le polemiche. Ma, prima di tutto, sono i giorni della solidarietà.

Mentre le città sono ancora una distesa di acqua e fango e fuori dalle abitazioni si accatastano pile di roba ormai non più utilizzabile, montagne di sedie, divani, elettrodomestici coperti da un uniforme strato marrone, centinaia di persone sono scese in strada. Uomini e donne, ragazzi e ragazze: unico comune denominatore, stivaloni di gomma, maniche riboccate e tanta voglia di dare una mano come si può.

Sono molti i giovanissimi, armati di badili e carriole, che si sono organizzati tra amici o nei vari gruppi social per andare a dare una mano. Molti di loro provengono proprio dalle aree direttamente colpite della Romagna.

Forlì, Romagna.
Forlì, Romagna.

“Sono di qua, di Forlì: la zona dove abito io fortunatamente non è stata inondata, ma mi sembrava giusto venire a dare comunque una mano”, racconta a Fanpage una ragazza, 17 anni, intenta a spalare il fango davanti a una villetta.

Con lei, un gruppo di quattro ragazzi, tutti giovanissimi, impegnati a pulire quello che fino a pochi giorni fa doveva essere un grazioso giardino di una casa di due piani; ormai ridotto a una distesa di fango, i cespugli di rose divelti, la porta blindata all’ingresso sfondata dalla furia dell’acqua.

È da venerdì, continua la ragazza, che con il suo gruppo di amici si danno appuntamento tutte le mattine per andare a dare una mano per strada: “Oggi ci siamo incontrati verso le nove, da quell’ora stiamo spalando per togliere la terra da questa casa”.

Forlì, Romagna.
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Quello che circonda questi giovani, che dedicano il loro tempo ad aiutare le persone attualmente in difficoltà, è un diffuso sentimento di profonda riconoscenza: “Andate a parlare con questi ragazzi, sono dei veri e propri eroi”, dice a Fanpage il proprietario della casa davanti alla quale si trovano.

In quello stesso punto, pochi giorni prima l’acqua è arrivata a lambire le finestre del primo piano. La proprietaria ricorda le ore drammatiche durante la notte, prima del salvataggio con il gommone dalla finestra. C’è però chi è stato meno fortunato: indica una palazzina azzurra, a pochi passi, nella quale sono morte due persone, che non sono riuscite a mettersi in salvo ai piani alti.

“È stato un disastro. Ma adesso puliamo e ripartiamo. Questi ragazzi sono favolosi, ci hanno davvero salvato”, dice prima di rimettersi a spalare.

Sono ragazzi in età scolare, frequentano ancora le superiori che però fino ad oggi erano ancora chiuse per l’alluvione: “Domani ci sarà meno gente ad aiutare, se riaprono le scuole – spiega la giovane volontaria – già oggi si notava la differenza con il weekend, quando la gente non doveva andare a lavoro”.

Mi sento molto utile ad aiutare, per quanto posso. Dare una mano mi fa estremamente piacere: finché ne ho la possibilità, vengo e continuerò a venire”, conclude mentre torna verso casa per una visita, il suo “turno” per oggi è finito.

Forlì, Romagna.
Forlì, Romagna.

Sono queste le storie ordinarie, eppure eccezionali, delle ragazze e dei ragazzi protagonisti dei giorni della ripresa, in cui si spazza via il fango – letteralmente – per potersi rialzare in piedi e camminare di nuovo. Persone che si rimboccano le maniche, indossano gli stivaloni e scendono nelle strade a spalare finché le scuole sono chiuse, nel weekend, nelle pause dal lavoro.

“Forza Romagnoli!”, grida un gruppetto che si allontana, pala in mano e fango fino al collo.

Interviste di Beppe Facchini.

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