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Alluvione Emilia Romagna 2023

“Il nostro è un amore da libro”: la storia di Cristina e Andrea, iniziata nel fango della Romagna

Lei volontaria di Biella, lui vigile del fuoco di Pordenone, si sono conosciuti spalando fra le vie e i palazzi del capoluogo romagnolo, uno dei più colpiti. “La nostra una storia da libro, era destino”
A cura di Beppe Facchini
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Un amore nato dal fango della Romagna alluvionata. Una storia da film? Macché. “Noi siamo più da libro”. Baby-sitter originaria di Biella, nonché socia fondatrice dell'associazione Mama Yovò di Vigevano lei, vigile del fuoco nato in provincia di Padova e di base a Pordenone fino a qualche mese fa lui. Cristina Nulchis e Andrea Pelizza si sono conosciuti mentre spalavano per le vie, le cantine e i palazzi di Forlì subito dopo la disastrosa alluvione dello scorso maggio. E oggi, a distanza di mesi (anche se le ferite da quelle parti non sono state proprio tutte rimarginate) sono i protagonisti di una felice storia d'amore iniziata proprio in uno dei momenti più tristi nella storia recente del nostro Paese.

“Secondo me era destino -spiega Cristina a Fanpage.it-. Cioè, era scritto. Perché il giorno in cui ci siamo conosciuti io sarei dovuta essere al matrimonio di una mia carissima amica. Invece sono rimasta a dare una mano, c'era tanta gente in difficoltà. E se fossi andata a quel matrimonio, non avrei conosciuto Andrea”. E lui aggiunge: "Se c'è sintonia, non c'è situazione che tenga".

Entrambi fra i primi a giungere in Romagna per dare aiuto alle popolazioni più colpite dal tragico evento di inizio estate 2023, i due si sono incrociati per la prima volta durante un aperitivo a fine giornata insieme ad altri volontari e soccorritori. Il giorno successivo, quello del matrimonio appunto, Cupido fa centro: mentre sono alle prese con il fango in un magazzino di viale Bologna, probabilmente una delle strade simbolo del disastro nel centro di Forlì in quelle settimane, c'è da salire su uno scaffale insieme ad Andrea. Cristina gli tende la mano per farsi aiutare a raggiungerlo “e da lì non ci siamo più lasciati” racconta ancora lei, che nel comune romagnolo era arrivata poco prima insieme alla presidente dell'associazione, prima per portare furgoni carichi di beni, poi per spalare fango.

“Dovevo fermarmi solo per qualche giorno, ma visto il bisogno che c'era sono invece rimasta fino a luglio” continua Cristina. Andrea, invece, dopo qualche giorno dal suo arrivo è rientrato a Pordenone, tornando però a Forlì da volontario ad ogni occasione utile.

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Eppure, quello scaffale, il giovane pompiere veneto si è ritrovato con un probabile inaspettato due di picche quando ha cercato di baciare per la prima volta Cristina. Anche perché, ammette proprio lei, “c'erano stati diversi sguardi di intesa”. Dopo una cena in pizzeria, invece, le cose vanno diversamente. “A luglio ci siamo detti cosa facciamo?” ricorda Andrea, già pronto a chiedere la mobilità a Biella. “Io ho detto no, perché devi rinunciare solo tu alla tua vita e ai tuoi affetti?” dice lei. Alla fine, a Forlì, proprio là dove tutto è nato (anche se in una località non molto distante dal capoluogo) Andrea e Cristina si sono trasferiti da alcuni mesi per incominciare una nuova vita insieme.

Tante le cose in comune, a partire dalla passione per i viaggi, il fatto di ritenersi entrambi “cittadini del mondo” e soprattutto una voglia smisurata di aiutare gli altri. Non è un caso che prima di sistemarsi nella nuova casa, la coppia abbia fatto tappa in Uganda, ad ottobre, dove Mama Yovò segue tre orfanotrofi, tra i tanti progetti portati avanti in Africa. “Ci torneremo ad aprile, pochi giorni prima del compleanno di una bambina che avevo preso in sostegno già un anno fa -dice Cristina-. Un giorno me la stavo coccolando e lei gli ha toccato la spalla e chiamato papà. La mia bimba quindi ha scelto Andrea come papà. Non vediamo l'ora di tornare da lei a da tutti i 130 orfani che amiamo tanto”.

Mano nella mano, i due sono stati anche ai due concerti organizzati in favore delle popolazioni alluvionate in Emilia-Romagna, trovando un grandissimo sostegno sia da parte di tutte le persone incontrate in quell'esperienza nel fango (“Fango family, così ci chiamiamo”), sia dai loro conoscenti, compresa un'amica del posto che li ha ospitati in attesa della nuova casa.

“La cosa più dura è stata dire ai bambini che seguivo come baby-sitter che sarei andata a vivere lontano -confessa infine Cristina-, ma appena gli ho detto che andavo vicino al mare ne sono stati un po' più felici. Ora lavoro in un'azienda forlivese e confeziono colombe. E mi piace un sacco. Adesso il nostro futuro è a Forlì -conclude- e semmai un giorno ce ne sarà di nuovo bisogno da qualche parte in Italia, penso che facciamo le valigie e andiamo”.

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