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Imponeva alle sue allieve tacchi e minigonne, indagato il magistrato Bellomo

Ipotizzato il reato di estorsione ai danni delle sue allieve. E ora Bellomo rischia anche la destituzione. Intanto il Csm sospende il pm Nalini, collaboratore del Consigliere di Stato.
A cura di Biagio Chiariello
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Il suo nome è stato inscritto nel registro degli indagati della Procura di Bari per estorsione: Francesco Bellomo, il consigliere di Stato accusato di aver imposto ad alcune sue allieve della Scuola di formazione per magistrati un codice di comportamento e un dress code (minigonna, tacchi alti e trucco marcato) in cambio di una borsa di studi. La vicenda era stata denunciata dal padre di una studentessa, ma nel frattempo spuntano altre quattro giovani che avrebbero subito lo stesso trattamento. E ora Bellomo rischia anche la destituzione.

Le indagini sono portate avanti dalla magistratura pugliese dal momento che una sede della scuola di formazione ‘Diritto e Scienza’ di Bellomo ha sede anche nel capoluogo (oltre che a Roma e a Milano), città in cui il magistrato amministrativo risiede. Sul caso però anche la Procura di Milano ha aperto un fascicolo, ma allo stato attuale senza ipotesi di reato né indagati. La vicenda, tra l'altro, ha finito col coinvolgere anche un pm, Davide Nalin, collaboratore di Bellomo, che alla procura di Rovigo si occupa di reati a sfondo sessuale e contro le donne. Nalin è accusato di aver fatto da "mediatore" tra Bellomo e una borsista per procurare al collega "indebiti vantaggi", anche di "carattere sessuale". Il Csm l’ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e l’ha collocato fuori ruolo. Nell’ordinanza relativa al provvedimento, viene fatto riferimento ad un fake account su Facebook per il monitoraggio delle abitudini delle corsiste della Scuola per la preparazione al concorso in magistratura gestito Bellomo.

"Mia figlia sta cercando di tornare a una vita normale", dice intanto il padre della ragazza piacentina che ha denunciato vessazioni e minacce durante il corso per aspiranti magistrati. L'uomo spiega che la figlia – laureata alla Cattolica di Piacenza – ora sta meglio ma "questa odissea le ha distrutto la vita. Ha ripreso a mangiare e a studiare, ma  è ancora in cura dagli psicologi". Ripete che la ragazza "è stata sotto ricatto per troppo tempo attraverso il contratto che come borsista doveva firmare per mantenere la borsa di studio". Bellomo, dopo aver appreso della denuncia, avrebbe poi tentato di ricucire i rapporti con ragazza. I carabinieri "sono venuti più volte, chiedevano a mia figlia di firmare un atto di conciliazione. Sono venuti a maggio, e poi a ottobre, ma lei era in ospedale".

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