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Il prete sardo violentato in seminario: “Denunciate, la pedofilia è un reato, non un peccato”

Don Paolo Contini: “I peccati si confessano in confessionale, vengono assolti e si riceve anche una sanzione nella segretezza del sacramento. Ma i reati sono un’altra cosa. La pedofilia non è solo un peccato: è un reato che deve essere denunciato, senza se e senza ma, a voce alta con nitidezza”.
A cura di Davide Falcioni
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Ha suscitato profondo scalpore la vicenda raccontata nei giorni scorsi in una chat di fedeli da Don Paolo Contini, prete di Abbasanta, Ghilarza e Norbello, in provincia di Oristano, che ha confessato di aver subito abusi sessuali quando frequentava il seminario minore dei francescani. Il giorno seguente, e dopo che la sua storia ha fatto il giro d'Italia, il sacerdote ha pronunciato parole ancora più forti in occasione della messa domenicale nella chiesa Maggiore della Beata Vergine Immacolata di Ghilarza.

"I peccati si confessano in confessionale, vengono assolti e si riceve anche una sanzione nella segretezza del sacramento. Ma i reati sono un’altra cosa. Ma la pedofilia non è solo un peccato: è un reato che deve essere denunciato, senza se e senza ma, a voce alta con nitidezza. Ringrazio il Signore per avermi aiutato e la comunità per avermi accettato", ha detto Contini durante l'omelia, ricevendo in risposta un caloroso e prolungato applauso.

Nel raccontare la sua personale esperienza il religioso ha esortato le vittime ad abbandonare ogni remora e a segnalare i soprusi, spesso taciuti per timore di ritorsioni, di non essere creduti o per un immotivato senso di colpa. "Non ho nulla di cui vergognarmi".

Il giorno precedente, in una chat con decine di parrocchiani, don Paolo Contini aveva raccontato il calvario subito anni prima: "Voglio confessarvi una dolorosissima verità. Normalmente sono io che ascolto le vostre confessioni ma ho deciso di mettermi io a cuore aperto davanti a tutti voi", ha scritto il sacerdote. "Voglio confessarvi la verità, la dolorosissima verità che ha turbato il mio cuore in questi due anni. A metà dicembre del 2021, accidentalmente, sono venuto in possesso delle prove certe di un crimine che ho subito negli anni del mio seminario e senza alcuna titubanza ho immediatamente denunciato il pedofilo al mio vescovo".

E ancora: "Avevo 14 anni – prosegue il parroco – quando l'incubo ebbe inizio e per anni ho dovuto subire inaudite violenze. In seguito alla mia prima denuncia, il pedofilo è stato ‘condannato' a due o tre mesi da trascorrere in Terra Santa. Al suo ritorno la sua diocesi lo ha promosso parroco di una parrocchia balneare, dove ogni anno transitano migliaia di bambini".

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