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Il ministero dell’Istruzione conferma che non ci saranno i voti a docenti e presidi con test Invalsi

Il Ministero dell’Istruzione con una nota ha precisato che non ci saranno voti e pagelle per docenti e dirigenti scolastici: verranno messi in campo gli ispettori, ma ci sarà una “valutazione del sistema scolastico nel suo complesso per garantire una sempre maggiore qualità dell’offerta formativa proposta a studentesse e studenti”.
A cura di Ida Artiaco
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Niente voti per professori e dirigenti, ma una "valutazione del sistema scolastico nel suo complesso per garantire una sempre maggiore qualità dell'offerta formativa proposta a studentesse e studenti". È quanto ha precisato il Ministero dell'Istruzione con una nota dopo che nelle scorse ore erano circolate notizie circa un nuovo sistema "di pagelle" per i lavoratori della scuola. "Si lavora – si legge nella nota – come effettivamente previsto dall'Atto di indirizzo politico per il 2022, alla valorizzazione e formazione del personale, non certo con l'obiettivo di assegnare ‘voti'. Anche il potenziamento del corpo ispettivo è inteso come sostegno alle scuole e alla loro autonomia".

La notizia era arrivata nelle scorse ore: il Ministero avrebbe messo in campo degli ispettori ministeriali, con l'idea è di dare un vero ruolo anche ai comitati di valutazione creati ad hoc all'interno delle singole scuole, formati dai docenti stessi che con gli strumenti dell'Invalsi andrebbero a valutare le attività interne all'istituto. Nessun intento punitivo, però: l’obiettivo, secondo le indiscrezioni, sarebbe stato quello di migliorare l’offerta formativa per gli alunni, ma le valutazioni ai docenti non sarebbero andate ad incidere su carriere e stipendi. Tutto parte da un paragrafo dell’Atto di indirizzo per l’anno 2022, firmato dal ministro all’Istruzione Bianchi, dedicato alla valorizzazione del sistema di valutazione in cui si specifica che "occorre promuovere e potenziare l’attività di valutazione delle scuole, dei dirigenti scolastici e del personale docente, valorizzandone gli esiti, anche a supporto del processo di sviluppo dell’autonomia scolastica".

Lo stesso Bianchi, intervenendo ad un convegno sulla valutazione organizzato dalla Flc Cgil, aveva spiegato che "abbiamo bisogno dei dati ma vanno presi con molta attenzione, avendo presente a cosa servono e in quale contesto li abbiamo raccolti. Non c’è in nessun modo, da parte mia, il mito del dato di per sé né sono convinto che il dato debba governare le scelte. I dati sono un supporto, uno strumento e il perno fondamentale è l’autonomia: la valutazione delle attività svolte nel contesto educativo deve essere svolta nella collegialità da chi porta avanti il ruolo dell’educazione". Ed ora è arrivato il chiarimento definitivo del Mistero.

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