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Covid 19

I dati del 14 maggio spiegati: la Lombardia non riesce a guarire dall’epidemia di Coronavirus

Quasi mille contagi, più di 250 morti da Coronavirus. Soprattutto, più di 500 casi e di 100 morti in Lombardia, che si conferma sempre più l’unico grande focolaio nazionale dell’epidemia. In attesa dei dati della prossima settimana, che misureranno gli effetti delle riaperture, non c’è da stare troppo sereni.
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Altro giorno, altra doccia fredda. Il bollettino della Protezione Civile di oggi 14 maggio sull’emergenza Coronavirus in Italia registra 223.096 (+992 rispetto a ieri), di cui 115.288 guariti (+2747) e 31.368 decessi (+262). Dei contagiati attuali, 64.132 sono in isolamento domiciliare asintomatici o con pochi sintomi, 11.453 sono ospedalizzati e 855 (-38 rispetto a ieri) sono ricoverati in terapia intensiva. Finora sono stati effettuati 2.807.504 tamponi, di cui 71876 nelle ultime 24 ore.

“Oggi ci sono due dati molto negativi: l’aumento dei casi in Lombardia, che ci riporta a livello nazionale vicino a quota 1000. E l’aumento dei decessi, sempre in Lombardia, che sfonda di nuovo quota 100”. Giovanni Forti, 26 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Questi dati si riverberano negativamente a livello nazionale – spiega Forti a Fanpage.it – spingendo il dato dei contagi a lambire quota 1000 e il dato dei decessi, complice anche il Piemonte, a superare i 250”.

Possiamo considerarlo l’inizio di un trend negativo?
No, non ancora. Anche perché il trend da osservare con cura è quello della settimana prossima, quando vedremo gli effetti delle riaperture. Il dato dei contagi è più o meno in linea con quel che potevamo aspettarci: lo dicevamo, la scorsa settimana, che la forchetta che potevamo aspettarci era tra gli 800 e i 1000 contagi, e questo si sta puntualmente verificando. Però…

Però?
Però se la settimana prossima non ci fosse un’ulteriore discesa e i dati si confermassero attorno ai 700-900 contagi giornalieri, vorrebbe dire che la riapertura avrebbe fermato, o comunque fortemente rallentato, la discesa.

Bisogna dire una cosa, anche: che la quasi totalità del problema riguarda due, al massimo tre regioni: Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna…
Anche no. Ogni regione, nel suo piccolo, può diventare: oggi la Liguria è la terza regione italiana per aumento di nuovi casi, con 65 contagi in più. Se la prossima settimana, questo trend proseguisse, non sarebbe una catastrofe ma un brutto campanello d’allarme.

Ci sono altre regioni che ci preoccupano particolarmente, nel loro piccolo?
Nel loro piccolo, le altre regioni meno colpite hanno dati più incoraggianti: se si sommano tutte le regioni dal Lazio in giù – Lazio compreso – abbiamo meno di 100 casi totali.

Anche i decessi sono prevalente lombardi?
Sì e no. Oggi ci sono stati 111 decessi in più nelle ultime 24 ore. Di nuovo, più della metà dei decessi viene da Lombardia e Piemonte sommati. Anche nelle altre regioni ci sono stati più di cento decessi, in particolare nel Lazio, in Emilia-Romagna e Veneto. Diciamo che da questo punto di vista i dati di oggi non sono per nulla positivi.

 

Tantissimi tamponi, invece…
Oggi è il secondo giorno record di tamponi in un solo giorno, con quasi 72mila persone testate, 30mila dei quali per accertare guarigioni. Eppure anche i guariti non sono moltissimi, lievemente sopra la media dell’ultima settimana. La sensazione è che non ci sono grandi picchi di guarigione in arrivo.

Almeno una buona notizia c’è, oggi?
A fronte di un numero così alto di tamponi siamo comunque sotto i mille casi è una notizia buona. Certo, non possiamo per nulla dire di esserne fuori. La settimana prossima capiremo se e quanto siamo vicini a esserlo.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro. 15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019)
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