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Giuseppe Cianciola, operaio morto a 78 anni: “È un omicidio: serve rispetto della vita, non del profitto”

Giuseppe Cianciola, operaio di 78 anni in pensione è morto in un incidente mentre svolgeva dei lavori in un box privato a Bari. “Se passa il principio che la priorità sia il profitto prima di tutto contro ogni salvaguardia della vita, allora non ci siamo – spiega a Fanpage.it Emanuele Ronzoni (UIL PUglia) – è una questione culturale che va affrontata. Al centro ci deve essere il rispetto della vita, la gente va a lavorare non per morire, ma perché deve vivere, vuole vivere”.
A cura di Chiara Ammendola
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Il luogo dell'incidente a Bari
Il luogo dell'incidente a Bari

“Ora basta, abbiamo raggiunto davvero il limite. Quanto accaduto chiama in causa responsabilità dirette, ad esempio da parte di chi deve fare i controlli che devono essere fatti con metodo, inoltre chiediamo che vengano inasprite le pene e le ammende a quelle imprese che non rispettano la normativa di sicurezza. Qui siamo di fronte a un omicidio perché era scontato che una persona di quell'età fosse esposta a rischio”.

A parlare è Emanuele Ronzoni, segretario nazionale organizzativo e commissario straordinario UIL Puglia, dopo l‘incidente avvenuto questa mattina a Bari in cui un operaio di 78 anni è morto dopo essere caduto da una scala, travolto da un'esplosione.

L'uomo, Giuseppe Cianciola, era in pensione, ma questa mattina stava lavorando in via Carri, nel quartiere Picone di Bari, a un impianto antincendio all'interno di un box auto condominiale, nei pressi dell'hotel Excelsior: l'esplosione di una bombola ad alta pressione, contenente gas antincendio, avrebbe fatto sganciare la valvola superiore.

L'uomo è stato travolto dall'esplosione ed è caduto dalla scala sulla quale stava lavorando. I soccorritori lo hanno trovato sull'asfalto con una profonda ferita alla testa, ma per lui non c'è stato nulla da fare e ne è stato dichiarato il decesso poco dopo.Una persona di 78 anni costretta ancora a lavorare, magari in un cantiere – continua Ronzoni – per racimolare qualche soldo perché con la propria pensione non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, è un chiaro messaggio del fatto che dal punto di vista sociale dobbiamo porci delle domande”.

“C'è un altro aspetto preoccupante che riguarda chi ancora permette che succedano queste cose – spiega – imprese che fanno lavorare a nero. Il dato ulteriormente allarmante è che aumentano ogni giorno non solo gli incidenti sul lavoro ma anche le morti, siamo ormai arrivati a superare i 1.200 casi all'anno, in un paese che si dovrebbe dire civile”.

Infine secondo il sindacato uno dei temi principali riguarda i salari e le pensioni: “Non si rinnovano contratto di lavoro, c'è un blocco dei salari, non c'è recupero del potere di acquisto né per i lavoratori né per i pensionati – spiega – diciamo le cose come stanno, la gente deve campare e quindi si arrangia a fare tutto, in nero, senza protezione, senza rispetto, senza orari, senza certezze per la salvaguardia della vita”. 

La procura di Bari ha aperto un'indagine per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, per chiarire le responsabilità della morte di Giuseppe Ciancola e soprattutto per conto di chi stesse svolgendo quel lavoro. Questa mattina gli agenti della polizia insieme con la Scientifica hanno catalogato e repertato ogni elemento all'interno del box, saltato fuori dalla stanza dopo l'esplosione.

“Se passa il principio che la priorità sia il profitto prima di tutto contro ogni salvaguardia della vita, allora non ci siamo – conclude Ronzoni – è una questione culturale che va affrontata. Al centro ci deve essere il rispetto della vita, la gente va a lavorare non per morire, ma perché deve vivere, vuole vivere”. 

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