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Giallo a Marghera, operai trovano scheletro umano in un campo: si tratterebbe di una donna

Scoperta macabra in una zona industriale a Marghera (Venezia): alcuni operai hanno scoperto la presenza di uno scheletro nel terreno dove stavano lavorando. Si tratterebbe di una donna, stando alle prime indiscrezioni. Indagini in corso.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

Giallo a Marghera (Venezia) dove sono stati rinvenuti resti umani in un terreno in via della Chimica. L'allarme è stato lanciato ieri sera da un gruppo di operai che stava lavorando nella zona industriale.

Si tratterebbe di uno scheletro che apparterebbe, stando ad una prima ispezione cadaverica, ad una donna. Ma mancano le conferme e qualsiasi altra ipotesi risulta difficile da fare viste le condizioni in cui i resti sono stati ritrovati.

Nell'area era al lavoro una squadra di operai e giardinieri di una cooperativa in appalto da Veritas, l'azienda veneziana dei servizi ambientali: secondo le prime testimonianze hanno visto spuntare dal terreno un teschio e subito dopo altre ossa umane. C'erano anche dei pezzi di stoffa, probabilmente ciò che resta dei vestiti della vittima al momento della morte.

Immediato l'allarme alle Forze dell'Ordine, che sono intervenute insieme ai Vigili del Fuoco. Intanto presso la Procura della Repubblica di Venezia è stato aperto un fascicolo. Gli inquirenti, in attesa dei primi riscontri medico-legali, stanno controllando gli elenchi delle persone scomparse per capire a chi appartengano i resti ritrovati.

Il corpo potrebbe essere rimasto lì per mesi prima del ritrovamento. Al momento non risultano notizie di documenti o di altri oggetti personali trovati, a parte i pezzi di stoffa, che permettano di identificare i resti umani trovati nel terreno, eccetto un paio di scarpe sportive, di marca straniera e tipicamente giovanili che potrebbero essere appartenute alla vittima.

Stesso oggi verrà probabilmente affidato l'incarico a un medico legale che avrà il compito di capire cosa sia successo e risalire anche al tempo di permanenza all'aperto, per stabilire se la decomposizione sia iniziata e continuata sul posto o se ci sia stato un trasferimento in una fase successiva.

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