Frattini: Gheddafi voleva inondare Lampedusa di immigrati
Gheddafi voleva trasformare Lampedusa in un inferno inviando sull'isola migliaia di immigrati. Era questo l'obiettivo dell'ormai ex leader della Libia, maturato nel periodo in cui l’isola siciliana era stata letteralmente invasa da immigrati che arrivavano – quando arrivavano – «in gruppi ben organizzati di quindici venti imbarcazioni ogni due settimane». L'accusa arriva dal Ministro degli Esteri, Franco Frattini. Documenti e testimonianze ritrovati dai ribelli del Cnt che hanno conquistato Tripoli, confermerebbero il piano del Ràis che ha «mandato a morire centinaia di persone» verso le coste di Lampedusa e che potrebbe rappresentare, per Gheddafi, «un capo di imputazione che gli dovrà essere contestato», oltre che un nuovo, terribile «crimine contro l’umanità».
Sulla strategia di Gheddafi di gettare l'isola nel caos ci sono, come detto, «degli elementi raccolti dal Cnt, di cui ho parlato con il primo ministro Jibril: sarà lui a renderli pubblici. Non li abbiamo raccolti noi, ma sono elementi importanti che confermano quello che non era un segreto: sapevamo tutti che questo stava accadendo». Ed effettivamente le ondate di sbarchi di migranti a Lampedusa sono state davvero indicative in tal senso: «In 6/7 mesi sono arrivati oltre 57 mila clandestini – ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni al Meeting di Rimini – nei 10 anni precedenti, invece, ne erano arrivati complessivamente poco più di 80 mila».
Una sorta di vendetta contro il nostro Paese quella di Gheddafi che trova adito nelle parole dell'ambasciatore libico a Roma, Abdulhafed Gaddur. «Era lui in persona a guidare l’immigrazione clandestina. Diceva di voler far diventare Lampedusa ‘nera', piena di africani, così gli italiani capiranno cosa vuol dire partecipare all’applicazione della no-fly zone».
C'è da dire che il Colonnello non è nuovo ad usare i profughi come arma contro l'Occidente come ricorda Frattini: "Lo stesso Gheddafi aveva più volte minacciato di inviare una invasione di profughi come arma di rappresaglia verso l'Europa e non solo verso l'Italia. Purtroppo lo ha fatto, purtroppo migliaia di profughi sono morti in mare".
Secondo il capo della Farnesina ora si dovrà ripartire dal trattato di amicizia che nel 2008 aveva già posto un freno importante allo sbarco di immigrati a Lampedusa. A cambiare è solo l'interlocutore: Il Consiglio Nazionale di Transizione. Ora, però, l'obiettivo primario è aiutare Tripoli: «È chiaro che loro oggi non hanno nulla, né le barche per pattugliare le coste, né una Guardia costiera in grado di funzionare. Dobbiamo lavorare con loro per formarli e fornirgli, come abbiamo fatto con la Tunisia, strumenti come pattugliatori».