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Francesca Amadori risponde all’azienda che l’ha licenziata: “Campagna diffamatoria contro di me”

Francesca Amadori ha risposto alle dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’azienda di famiglia, Francesco Berti. “Sono sempre andata a lavorare, campagna diffamatoria nei miei confronti”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Francesca Amadori e il nonno Francesco, fondatore della nota azienda
Francesca Amadori e il nonno Francesco, fondatore della nota azienda

"Su di me è in atto una grave campagna diffamatoria. Quello che ha riferito l'amministratore delegato Francesco Berti non è vero ed è di natura lesiva". Lo ha affermato Francesca Amadori, nipote del fondatore dell'azienda licenziata in tronco la settimana scorsa. Lo ha fatto sapere tramite una lettera controfirmata dai legali che risponde alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa da Berti sul licenziamento avvenuto qualche giorno fa. "Da dicembre non veniva più a lavorare – aveva spiegato l'amministratore del Gruppo -. Non svolgeva il suo compito né in ufficio né da remoto e abbiamo agito di conseguenza per il mancato rispetto del contratto nazionale di lavoro". La figlia dell'attuale presidente del colosso del pollo, Flavio Amadori, ha promesso battaglia. "La nostra assistita – scrivono gli avvocati – aveva sollecitato diverse questioni in azienda. Cose che evidentemente Berti ignora".

I dipendenti dell'azienda hanno espresso incredulità per quanto accaduto. Francesca Amadori è stata congedata de facto dal padre Flavio, ma le motivazioni non erano ancora mai state diffuse. I lavoratori hanno raccontato di aver saputo del licenziamento dai giornali. "O si tratta di una grossa ingiustizia – dice qualcuno – o lei l'ha fatta grossa, ma è una persona squisita". La 44enne lavorava come responsabile dell'area comunicazione del gruppo dal 2004 ed è presidente di Romagna Iniziative, un consorzio che riunisce importanti realtà imprenditoriali del territorio. Dopo il licenziamento, Amadori aveva comunicato le proprie dimissioni dalla carica di presidente. Secondo l'ad del Gruppo, tra lei e l'Azienda non vi sarebbero mai state discussioni per motivi lavorativi. Secondo lui, la 44enne avrebbe "smesso di lavorare di punto in bianco", sia da casa che in sede. "Le regole sono valide per tutti i dipendenti – aveva detto ancora Berti – e non facciamo distinzioni di nessun genere"

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