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Evasione da film in Questura a Prato: pregiudicato sfugge al controllo, si toglie le manette e scappa

Il giudice di Prato aveva negato il carcere ma i pm avevano fatto ricorso indicando il 38enne come “punto di riferimento per lo smercio della droga nella comunità cinese”. Mentre lo arrestavano, però, è riuscito a fuggire durante le operazioni di riconoscimento in Questura e a dileguarsi nonostante fosse ammanettato.
A cura di Antonio Palma
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Appena arrestato e portato in Questura, un pluripregiudicato è riuscito a fuggire durante le operazioni di riconoscimento e a dileguarsi nonostante fosse ammanettato. L’incredibile evasione da film si è consumata nei giorni scorsi nei locali della Questura di Prato dove l’uomo, il 38enne Jang Bobo, ha approfittato della momentanea assenza degli agenti dagli uffici ed è scappato a piedi facendo perdere le tracce.

A darne notizie è stata la stessa Procura di Prato, sottolineando che la fuga del malvivente è stata possibile “anche in considerazione dell’inadeguatezza degli organici della pur efficiente Squadra Mobile pratese” impegnata in numerose investigazioni. Secondo il Procuratore Capo Luca Tescaroli, l’evasione del 38enne dimostra la notevole capacità di eludere i controlli da parte del pregiudicato definito “punto di riferimento per lo smercio della droga nella comunità cinese”.

Bobo è stato più volte già condannato con sentenze divenute definitive sia a Prato sia a Milano per reati di detenzione a fini di spaccio. Per questo quando il 2 febbraio 2024 venne trovato in possesso di circa 20 grammi di metanfetamina e diverse armi da fuoco e da taglio, mentre era sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, i pm chiesero per lui la custodia cautelare in carcere. Il Giudice per le indagini preliminari di Prato però aveva deciso per Bobo la misura del semplice divieto di dimora nel territorio delle province di Prato, Firenze e Pistoia.

Una decisione contestata dai pm perché dai suoi telefoni, come spiegano dalla Procura, emergevano una serie di contatti e interlocuzioni che avrebbero permesso di appurare “come l’indagato fosse un punto di riferimento per quella parte della comunità cinese che si dedica allo smercio di sostanze stupefacenti, avvalendosi di collaboratori che provvedono al confezionamento e alla loro consegna, nonché per la  compravendita di documenti contraffatti anche di abbigliamento e di accessori di lusso, verosimilmente provento di furto”.

L’appello dei pm era stato poi accolto dal Tribunale del Riesame di Firenze ma la misura della custodia cautelare in carcere è diventava definitiva solo a seguito del rigetto del ricorso della difesa da parte della Corte di Cassazione, il 3 luglio 2025. A questo punto l’arresto del 38enne che veniva trovato anche in possesso di 500 grammi tra Shaboo e di Ketamina e di un bilancino di precisione, con la disponibilità dialcune migliaia di euro, di un passaporto di Taiwan e di due telefoni cellulari, materiale che veniva sequestrato.

“Portato negli uffici della Squadra Mobile di Pratosebbene ammanettato, riusciva a liberarsi delle manette e a darsi alla fuga, così dimostrando la notevole capacità di eludere i controlli” spiega il Procuratore di Prato.

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