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Covid 19

Epidemia colposa in una casa di riposo. Il pm: “Focolaio? Nella Rsa un altoforno”

Nell’ambito dell’inchiesta “Casa Covid” i Nas di Potenza hanno eseguito due arresti per epidemia colposa in una struttura per anziani in provincia. L’accusa è di aver causato la morte di 22 ospiti poiché non sarebbe stata controllata l’epidemia all’interno della Rsa. Ulteriori dettagli saranno forniti durante la conferenza stampa delle 12.
A cura di Gabriella Mazzeo
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I Carabinieri del Nas di Potenza hanno eseguito due arresti nei confronti di due soci titolari di una casa per anziani in provincia di potenza. La Casa Alloggio per anziani di Marsicovetere è accusata di epidemia colposa e omicidio colposo a danno di 22 anziani. In aggiunta, anche il reato di circonvenzione di incapace.  Le accuse sono ovviamente ancora da confermare e si attendono ulteriori dettagli sull'accaduto nel corso della conferenza stampa presso il Tribunale di Potenza tenuta dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica. La conferenza stampa si terrà alle 12 di oggi lunedì 8 marzo

Attesi anche ulteriori dettagli sull'inchiesta che ha portato all'arresto con l'accusa di epidemia colposa. L'inchiesta "Casa Covid" è stata delegata dalla Procura della Repubblica di Potenza. Alla casa di riposo si contenta il mancato controllo della situazione dei contagi all'interno della struttura.  Ulteriori dettagli saranno forniti durante la conferenza stampa delle 12.00. Già il 21 gennaio 2021 i Nas di Potenza avevano individuato e chiuso una struttura ricettiva per anziani  interessata da inadempienze gestionali per la carenza di personale qualificato per l'assistenza agli anziani. Al titolare sono state contestate carenze igienico sanitarie e strutturali.

Per il centro fu disposta la chiusura e il trasferimento dei 17 anziani ospiti presso altre strutture assistenziali ritenute idonee. Non si tratta purtroppo del primo caso all'interno di una Rsa potentina: in un'altra struttura, le cui responsabilità penali risultano essere però lontane dai fatti verificati, si è verificato un focolaio che ha causato la morte di 4 anziani ospiti. A renderlo noto tramite un post su facebook era stata proprio l'amministrazione comunale di Brienza, in provincia di Potenza. Il paese conta circa quattromila abitanti.

La casa di cura sotto accusa

In manette sono finiti Nicola Ramagnano e la sua socia Romina Varallo. Secondo gli inquirenti, non avrebbero rispettato alcuna procedura anti contagio nella casa di riposo per ragioni di "risparmio e di profitto". Sempre secondo l'accusa, i dipendenti dovevano procurarsi da soli i dispositivi di protezione. Questo avrebbe favorito la diffusione del Covid. Secondo gli investigatori del Nas, in presenza dell'epidemia i titolari non avrebbero sottoposto a tampone un'ospite, trasferita "abusivamente" in un'altra struttura potentina.

Lì si sarebbe diffuso un altro focolaio, che ha portato alla morte di cinque persone.  Ramagnano è inoltre accusato di circonvenzione di incapaci, perché avrebbe approfittato in un caso di un stato di infermità di un anziano ospite, inducendolo a firmare "atti dispositivi del proprio patrimonio in suo favore".

La casa di riposo è stata posta sotto sequestro nel mese di ottobre, nel pieno della seconda ondata. La misura è stata emessa dopo che in due giorni erano stati registrati altri 4 decessi per Covid di ospiti della struttura. In quel momento i positivi erano una trentina, alcuni poi trasferiti in altre case di riposo. Secondo il pm, il comportamento dei gestori avrebbe fatto scoppiare "non un focolaio, ma un altoforno".

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