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Emiliano Bosca recupera la vista a 83 anni grazie a un intervento unico al mondo: “Sono rinato”

Da due occhi non vedenti è stato ricostruito un occhio vedente, con un autotrapianto di cornea allargato a sclera e congiuntiva. Emiliano Bosca, 83 anni, dopo 8 anni è tornato a vedere la luce grazie allo straordinario intervento eseguito per la prima volta al mondo, all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino dal professor Michele Reibaldi (Direttore della Clinica Oculistica universitaria Molinette) e dal professor Vincenzo Sarnicola, tra i maggiori esperti al mondo di chirurgia corneale.
A cura di Gianluca Orrù
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Emiliano Bosca, 83 anni, è tornato a vedere dall'occhio destro.
Emiliano Bosca, 83 anni, è tornato a vedere dall'occhio destro.

Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano – racconta Emiliano –  allora ho capito che le cose stavano andando bene. È stato come nascere di nuovo”. Emiliano è affetto da due gravi e diverse patologie della vista che l’avevano condotto alla cecità da 8 anni.

Adesso, dopo 3 settimane dall'intervento, è riuscito a recuperare la vista all’occhio destro e riconosce gli oggetti, i volti e riesce a muoversi autonomamente. Sua moglie Gaetana è molto contenta: "Così può fare i servizi – scherza – mi aiuta a rifare il letto, a lavare le verdure e a schiacciare le noci, che poi mi mangio io".

A causa di due patologie diverse, 8 anni fa aveva perso totalmente la vista.
A causa di due patologie diverse, 8 anni fa aveva perso totalmente la vista.

Ad operarlo una équipe costituita dal professor Michele Reibaldi (Direttore della Clinica Oculistica universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino), ed esperto chirurgo retinico, e dal professor Vincenzo Sarnicola (Presidente della Società Italiana della Cornea e della Staminalità della Superficie Oculare (SICSSO) e consigliere del direttivo della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (S.I.S.O.), coadiuvato dalla sua collaboratrice Enrica Sarnicola.

Il paziente aveva perso da 30 anni la vista all’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e, negli ultimi 10 anni, aveva progressivamente perso la funzione visiva anche dell’occhio destro ma per una patologia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare), che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Negli ultimi anni l’occhio destro era stato sottoposto a due trapianti di cornea tradizionali a tutto spessore, entrambi falliti rapidamente per la mancata funzionalità della superficie oculare.

Il Professor Reibaldi delle Molinette di Torino
Il Professor Reibaldi delle Molinette di Torino

“In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali, riferisce Reibaldi. Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola – continua – perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali".

Il trapianto di cornea a tutto spessore, è l'intervento chirurgico tramite cui si provvede alla sostituzione della sola cornea che ha perso la sua trasparenza con una cornea sana proveniente da un donatore deceduto. “Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo”, spiega Sarnicola. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto.

In questo intervento, per la prima volta al mondo, è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare, prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus.

“L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo", spiegano Reibaldi e Sarnicola. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere".

Il professor Sernicola, esperto di chirurgia degli occhi.
Il professor Sernicola, esperto di chirurgia degli occhi.

"La vera novità consiste – precisa Sarnicola – nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico”.

“L’intervento è stato straordinario ed il paziente ha ripreso a vedere e si muove autonomamente. Siamo molto emozionati e ci aspettiamo un successo duraturo nell’occhio destro, perché ricostruito con tessuti propri del paziente e quindi potenzialmente al riparo dai problemi di rigetto che hanno afflitto i precedenti trapianti”, concludono Reibaldi e Sarnicola. Nonostante l'eccezionalità dell'intervento, potrà essere replicabile in altri casi nelle stesse condizioni del primo paziente operato.

"La nostra vita è cambiata – racconta Gabrielle Bosca, figlia di Emiliano – prima papà doveva essere aiutato per tutto, adesso invece con la mamma guardano la tv, fanno piccole passeggiate, si occupano dei fiorellini. Non sappiamo per quanto, ma per adesso si godono la vita insieme e questo per noi va già bene".

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