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Elena, la maestra che insegna ai suoi alunni come soccorrere un compagno epilettico

Elena Cecchini, maestra romagnola, ha insegnato a tutti i suoi alunni come fronteggiare le eventuali crisi di uno di loro che soffre di epilessia.
A cura di Davide Falcioni
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Insegnare la solidarietà, trasmettere il valore dell'impegno per gli altri, e farlo con i bambini e le bambine cosicché diventino un giorno uomini e donne capaci di dare una mano a chi ne ha bisogno. E' questa la lezione più importante impartita da Elena Cecchini, una maestra di una scuola di Riccione ai suoi alunni: l'insegnante, infatti, ha affidato a ciascuno di loro dei compiti ben precisi per far fronte tutti insieme ad eventuali crisi di un loro compagno che soffre di epilessia. Lia, Vittorio e Luca hanno il compito di prendere un farmaco dal cassetto; Tommaso e Alberto vanno a chiamare i bidelli; Leo e Giordano vanno a chiedere aiuto a un altro insegnante di una classe vicina; Giulia prende il cuscino, Gaia e Josef danno il cellulare alla maestra e infine Diana sta vicina all'insegnante per qualsiasi evenienza.

A raccontare la grande cura della maestra per il giovane studente epilettico è stata la madre di quest'ultimo, Barbara Forbicini, che in un post su Facebook ha raccontato: "La maestra ha spiegato a tutti i compagni cos'è l epilessia… e cosa si può fare per aiutare e soccorrere in caso di un attacco. Come potete leggere ci sono le istruzioni per tutto: l' insegnante soccorre il bambino, i compagni hanno volontariamente un incarico di aiuto. Chi prende il farmaco, chi avverte i bidelli, chi prende dall'armadietto il cuscino… ecc. Preparandosi così ad essere utili e a reagire in caso di necessità".

E sempre Barbara fa notare il grande valore del lavoro svolto dalla maestra: "Ha compiuto un gesto di estrema importanza perché li ha resi partecipi e preparati per una cosa importantissima: aiutare. Questo è un grande insegnamento di solidarietà. Questi bambini un giorno per strada si fermeranno ad aiutare chi ha bisogno e non si volteranno dall'altra parte. Io ho il magone in gola perché so che in classe non vedono l ora di avere il nome scritto lì sopra. Mio figlio sta vivendo tranquillo non solo per noi a casa che cerchiamo di fare un cammino amorevole ma anche perché ha risposte così meravigliose dall'esterno ma che è sempre un ambiente dove vive. Grazie è poco maestra Elena Cecchini".

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