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Don Francesco, parroco influencer che difende i diritti dei disabili: “La mia condizione è un dono”

Don Francesco Cristofaro, 42 anni, è parroco nella chiesa “Santa Maria Assunta” di Simeri Crichi (Catanzaro). Da tutta la vita fa i conti con la paraplegia e ad oggi, grazie alle continue terapie, riesce ancora a camminare autonomamente.
A cura di Francesca Lagatta
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Don Francesco Cristofaro
Don Francesco Cristofaro

"Non ho ancora imparato ad andare in bicicletta o a correre, ma ho imparato a camminare con la schiena dritta". Don Francesco Cristofaro, 42 anni, è il ritratto della serenità, nonostante la malattia e gli anni di sofferenza. Cresciuto a Botricello, in provincia di Catanzaro, oggi è parroco nella chiesa "Santa Maria Assunta" di Simeri Crichi, paesino da di meno di cinquemila anime alle porte del capoluogo calabrese. Da tutta la vita fa i conti con la paraplegia e ad oggi, grazie alle continue terapie, riesce ancora a camminare autonomamente. Ma in paese don Francesco non è conosciuto soltanto per la sua forza di volontà. Durante il primo lockdown, a inizio pandemia, la sua popolarità è esplosa e la sua pagina Facebook attualmente sfiora i 190mila follower. Roba da far impazzire gli esperti di algoritmi ed engagement social, perché don Francesco ha semplicemente cominciato a trasmettere messe e preghiere in rete, senza secondi fini, e da quel momento una miriade di persone ha cominciato a seguirlo costantemente, rendendolo di fatto uno dei sacerdoti più influenti d'Italia. Motivo in più, dice la giovane star del web, per parlare di disabilità e diventare la voce di quanti ogni giorno vengono lasciati soli ad affrontare problemi e pregiudizi.

Dalla malattia alla fede

Cosa abbia spinto quasi 200mila persone a seguire quotidianamente il parroco calabrese non è dato saperlo, ma basta scambiarci qualche chiacchiera per capire che il suo modo di comunicare e di parlare di malattia e di diritti in chiave religiosa ammalia. I suoi follower conoscono bene il suo dolore, che ormai appartiene al passato, e lo sforzo che ci è voluto per accettare la sua condizione da paraplegico. "Da bambino nessuno guardava il mio volto, i miei occhi – dice il parroco -, tutti guardavano solo dalla vita in giù e molti miei coetanei si chiedevano perché camminassi in quel modo". Della sua difficile infanzia, la sua anima porta ancora le cicatrici. "Non potevo giocare a calcetto con i miei amici, non potevo correre, non potevo andare in bici, ho sofferto tanto". Poi la chiamata spirituale e il viaggio al santuario mariano di Lourdes gli hanno cambiato la vita: "Ho visto passare davanti ai miei occhi tante persone sofferenti, che avevano bisogno di aiuto e in quel momento ho capito che anche io potevo diventare strumento per il bene".

La battaglia per i diritti sociali

Don Francesco è molto amato e anche adesso che i fedeli sono potuti tornare in chiesa continuano a seguire le gesta del sacerdote calabrese, sempre molto attivo sui social (anche Twitter e Instagram), che è anche conduttore radiofonico e conduttore televisivo per alcune trasmissioni legate al mondo religioso. Nonostante le difficoltà quotidiane, è riuscito a trasformare la sua condizione in opportunità, che lui, a dire il vero, chiama "dono". "Se non fossi paraplegico – spiega a Fanpage.it-, probabilmente sarei una persona arrogante e non avrei questa sensibilità". Mentre lo dice, si commuove. "Se io sono ancora in piedi è grazie alle cure gratuite che ricevo da 42 anni, ma conosco tante persone che ancora adesso hanno difficoltà ad accedere alle cure. Non è giusto – tuona, puntando il dito contro la politica sorda -. I disabili e le loro famiglie non devono mai essere lasciati soli". Lui fa la sua parte. "Quando ho scoperto la fede, ho fatto una promessa, questo sorriso non me lo toglierà più nessuno e lo regalerò a tutti, perché tutti ne hanno bisogno". E intanto il numero dei follower, tra un sorriso e una preghiera, continua a salire.

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