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Denunciata perché sul treno senza Green pass ma con test fai da te: Tar boccia ricorso della passeggera

Il Tar di Roma ha bocciato il ricorso di una donna che lo scorso 1 settembre viaggiava su un treno Italo da Reggio Calabria a Milano senza Green pass ma con un tampone antigenico fatto a casa il giorno prima: ecco come è andata.
A cura di Ida Artiaco
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Aveva preso un treno ad alta velocità da Reggio Calabria a Milano il giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo di Green pass sui mezzi a lunga percorrenza senza certificazione verde ma con l'esito di un tampone fatto a casa il giorno prima. Per questo è stata denunciata dalle autorità competenti, ma la passeggera in questione non si è arresa e ha presentato ricorso al Tar di Roma, il quale lo ha bocciato con una sentenza dello scorso 11 novembre. Il tema è tanto più attuale in considerazione delle nuove regole contenute nell'ordinanza anti Covid dei ministeri della Salute e delle Infrastrutture emanata nei giorni scorsi. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa è successo.

Cosa è successo l'1 settembre sul treno Italo da Reggio Calabria a Milano

Lo scorso 1 settembre, giorno in cui l'obbligo di Green pass entrava in vigore sul trasporto a media e lunga percorrenza, una pattuglia in servizio presso il Reparto Polfer della Stazione Roma Termini ha fermato una donna, che viaggiava sul treno Italo 8160 da Reggio Calabria a Milano, che era sprovvista di certificazione verde. Era stato il capotreno a richiedere l'intervento alla carrozza 7, dopo che aveva effettuato tutti i controlli del caso. La passeggera in questione, al momento dell'identificazione, ha confermato di non avere il Green pass ma di aver effettuato il giorno prima della partenza, quindi il 31 agosto, un tampone antigenico rapido acquistato in una farmacia, eseguito a casa in autodiagnostica. Agli agenti ha anche mostrato una foto del test effettuato e un’autodichiarazione sostitutiva della certificazione Green pass, ma siccome quel tampone non poteva essere ritenuto valido non solo non ha potuto proseguire il viaggio ma è anche stata sanzionata, mentre il treno aveva già accumulato un ritardo di 20 minuti. Anche perché la vettura non sarebbe potuta ripartire prima che la passeggera portasse via i suoi bagagli. Per questo, è stata anche denunciata per interruzione di pubblico servizio.

La sentenza del Tar di Roma

Ma la signora non si è persa d'animo e ha fatto ricorso al Tar di Roma chiedendo "l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento della Polfer Lazio e la disapplicazione del decreto legge 6 agosto 2021, n. 111, e di tutti gli atti ad essi presupposti e conseguenziali, perché in ritenuti in contrasto con il Regolamento dell’Unione Europea del Parlamento e del Consiglio del 14 giugno 2021, nonché con l’articolo 191, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, previa valutazione di rimessione, ove occorra, alla Corte Costituzionale delle eccezioni sollevate circa il contrasto tra i presupposti normativi del provvedimento impugnato e le norme di rango costituzionale". Secondo lei, dunque, sarebbe illegittima "sotto un profilo costituzionale" e in contrasto con regolamenti e trattati europei. Ma il Tribunale amministrativo per ora ha archiviato la pratica sostenendo che la sanzione va contestata di fronte al giudice ordinario e che la "compatibilità costituzionale" non può essere portata di fronte al Tar "in sede cautelare". In altre parole, i cittadini non possono rivolgersi al Tar per censurare un decreto legge che ha provocato effetti di cui lo stesso Tar non si può occupare.

Le nuove regole Covid per il trasporto

Solo qualche giorno fa il ministero della Salute e quello delle Infrastrutture hanno emanato nuove misure anti Covid per affrontare la quarta ondata di Covid, valide per i trasporti. La nuova ordinanza, firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza di concerto con il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, prevede, tra le maggiori novità, controlli sul Green pass nelle grandi stazioni prima di salire a bordo dei mezzi. Ci sarà poi lo stop al treno se un passeggero ha sintomi riconducibili al virus. Per quanto riguarda i taxi sarà possibile sedersi nei sedili posteriori massimo in 2, se non si è conviventi.

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