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Davide morto in una battuta di caccia, le ultime parole all’amico: “Non lasciarmi qui a morire”

Secondo quanto emerso dalle immagini della GoPro indossata dalla vittima, Piero Fabbri avrebbe sparato Davide Piampiano forse scambiandolo per un cinghiale e poi avrebbe provato in tutti i modi a depistare le indagini. Il ragazzo lo avrebbe anche implorato: “Non lasciarmi morire qui”.
A cura di Ida Artiaco
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Davide Piampiano avrebbe implorato Piero Fabbri di non lasciarlo morire dopo essere stato colpito da un colpo sparato per errore durante una battuta di caccia lo scorso 11 gennaio. È questa una delle ultime novità in arrivo dalle indagini sull'omicidio del giovane di Assisi, calciatore dilettante di Promozione e dj, molto famoso in zona grazie ad un hotel gestito dalla sua famiglia.

Il ragazzo, appassionato cacciatore, è stato raggiunto a inizio mese sul Monte Subasio, durante una battuta di caccia al cinghiale, da un colpo al petto sparato da Piero Fabbri, muratore di 57 anni, molto amico della vittima, al punto che lui chiamava "il mio secondo papà". Il tutto sarebbe stato ripreso dalla telecamera GoPro che Davide aveva in testa.

Fabbri si trova ora nel carcere di Capanne, dopo essere stato arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale. "Pensavo fosse un cinghiale", si era difeso.

Secondo gli inquirenti, però, avrebbe depistato le indagini, scaricando il fucile del ragazzo per far sembrare che si fosse colpito da solo e disfacendosi del suo, e alterato la scena sul luogo della tragedia, in modo da occultare che era stato lui a sparare il colpo fatale.

E questo particolare emerge proprio a margine del filmato sulla base del quale i carabinieri hanno ribaltato le indagini, inizialmente impostate, anche ad opera della testimonianza di Fabbri sull'ipotesi che Davide fosse stato ucciso da un colpo del suo stesso fucile.

Il muratore, secondo quanto ricostruito finora, non voleva uccidere. Ma quando, per primo, è arrivato dal giovane sdraiato a terra e agonizzante, non ha chiamato subito i soccorsi, che sarebbero stati avvisati dopo vari minuti da un altro giovane che si trovava a caccia e che nel frattempo era sopraggiunto.

Tra gli elementi che devono però essere ancora approfonditi quello della letalità del colpo che ha raggiunto il ragazzo, vale a dire se eventuali cure tempestive avrebbero potuto salvargli la vita. L'accusato, intanto, dopo la prima versione e l'arresto, non ha ancora parlato. È probabile che lo farà nell'interrogatorio di garanzia in programma entro mercoledì prossimo.

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