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Cura il tumore del figlioletto con olio al rosmarino, il giudice gli toglie la patria potestà

Il bimbo di 8 anni è malato di cancro, la madre aveva provato ad opporsi, ma di fronte all’ostinatezza dell’uomo è stata costretta a rivolgersi al tribunale per i minori dell’Aquila. L’uomo accusava peraltro i medici di far parte di un complotto ordito ai suoi danni dalla “mafia nigeriana”.
A cura di Biagio Chiariello
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Pretendeva di curare il grave tumore che ha colpito il figlioletto di 8 anni ungendolo con olio al rosmarino e, a suo dire, con quella “cura” si erano riscontrati miglioramenti. La moglie, madre del piccino, aveva pure provato a far ragionare il marito per farsi che il bimbo fosse affidato alle cure dei medici; non ottenendo i risultati sperati alla fine si è vista costretta a rivolgersi alla giustizia.

E il giudice del tribunale per i minorenni dell’Aquila, tramite un provvedimento emanato a tempo di record, ha sospeso la responsabilità genitoriale nei confronti dell'uomo, ordinando l’avvio di una terapia efficace per fronteggiare la malattia.

"Tale misura non ha avuto una funzione sanzionatoria ma preventiva e cautelare, perché volta ad evitare che, in futuro, il protrarsi delle condotte negative del genitore possa danneggiare il figlio” hanno spiegato le avvocate Sara Dori e Martine Menna del Foro di Bologna, che tutelano gli interessi della madre "costretta ad attivarsi davanti al Tribunale per i Minorenni stante il rifiuto ostinato da parte del padre di far sottoporre il figlio a cure mediche necessarie ed indifferibili per la vita del minore".

Secondo i giudici l’uomo si sarebbe reso protagonista di un vero e proprio  "delirio" accusando i medici di far parte di un complotto ordito ai suoi danni dalla "mafia nigeriana".

Ora il bimbo (la cui identità, così come quella dei familiari, chiaramente non è stata resa nota per salvaguardare la sua privacy) è ricoverato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Dopo le minacce di volerlo sottrarre alla madre al suo rientro dall’estero, il tribunale ha peraltro disposto anche il divieto di avvicinamento a  500 metri dai luoghi frequentati da mamma e figlio.

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