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“Crocetta asservito a Montante anche per evitare diffusione di video hard”, 13 indagati in Sicilia

la pesantissima accusa mossa dalla Procura di Caltanissetta all’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, finito tra i tredici indagati dell’inchiesta Montante bis che cerca di fare luce su vorticoso giro di corruzioni gestito da Antonello Montante ex presidente di Sicindustria, che coinvolge anche ex assessori regionali, imprenditori ed esponenti delle forze dell’ordine, tra cui gli ex vertici della Direzione investigativa antimafia.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante il ruolo di Governatore regionale, si sarebbe completamente asservito al numero uno della confindustriale locale in cambio di finanziamenti per la campagna elettorale e altri interventi come quello per evitare la diffusione di un video hard, è questa la pesantissima accusa mossa dalla Procura di Caltanissetta all’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, finito tra i tredici indagati dell’inchiesta Montante bis che cerca di fare luce su vorticoso giro di corruzioni gestito da Antonello Montante ex presidente di Sicindustria, che coinvolge anche ex assessori regionali, imprenditori ed esponenti delle forze dell'ordine, tra cui gli ex vertici della Direzione investigativa antimafia.

Per i pm, che hanno notificato oggi l’avviso di conclusione delle indagini, l'ex governatore Rosario Crocetta, si sarebbe messo "a disposizione di Montante, asservendo agli interessi di quest'ultimo e dei soggetti a lui legati, gli apparati dell'amministrazione regionale, tra l'altro mediante la nomina di assessori individuati da Montante". In particolare per la Procura di Caltanisetta Crocetta avrebbe scelto per la sua giunta gli assessori Lo Bello e Vancheri indicati da Montante che li avrebbe poi manovrati a suo piacimento per ottenere benefici vari come provvedimenti a suo favore e nomine nella macchina burocratica di persone a lui vicine. Crocetta, sempre secondo i pm, avrebbe avuto invece un finanziamento di 200mila euro per la campagna elettorale ma anche “l’intervento di Montante per evitare la diffusione di un video a contento sessuale che lo ritraeva in atteggianti intimi con soggetti minori non meglio identificati” scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio.

Tra gli altri indagati oltre a imprenditori e politici locali anche l’ex capo centro della Dia di Palermo, l’ex capo della Dia, il capo della sicurezza di Montante, il vice questore in servizio allo scalo di Fiumicino l’ex capo centro della Dia di Caltanissetta. In particolare, per gli inquirenti, gli appartenenti delle forse dell’ordine avrebbero usato il proprio ruolo “in maniera tale da soddisfare gli interessi personali di Montante e di soggetti allo stesso strettamente collegati, adottando, anche su esplicita sollecitazione, iniziative pregiudizievoli nei confronti di soggetti invisi a quest'ultimo e favorendo, invece, quelli da lui ritenuti vicini". I tredici indagati, alcuni dei quali già coinvolti ella prima indagine, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, ccesso abusivo al sistema informatico e finanziamento illecito ai partiti.

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