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News sull'incidente dell'autobus a Mestre

Cosa è successo a Mestre: la dinamica dell’incidente e le possibile cause

La dinamica dell’incidente del bus precipitato a Mestre: secondo quanto reso noto finora, il mezzo è caduto da 6-7 metri dopo aver strisciato contro il guardrail per alcuni metri e averlo poi sfondato. Poi, è stato avvolto dalle fiamme. Finora sarebbero 21 i morti, di cui due bambini. Il bus elettrico era usato come mezzo a noleggio per portare dei turisti verso un campeggio a Marghera.
A cura di Luca Pons
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Nell'incidente di Mestre, dove un bus è precipitato dal cavalcavia Vempa causando almeno 21 morti e 15 feriti attualmente ricoverati – secondo stime della Prefettura – si inizia ad avere qualche informazione sulla dinamica dell'accaduto.

A quanto risulta finora, il pullman elettrico è caduto da un tratto sopraelevato di via dell'Elettricità, che porta verso l'autostrada A4, ed caduto di fianco a dei binari ferroviari. Prima di andare a finire contro il guardrail avrebbe rallentato.

Solo dopo l'impatto col suolo sarebbe stato avvolto dalle fiamme. L'incidente è avvenuto tra le 19.30 e le 20 di martedì 3 ottobre. Al vaglio degli inquirenti ci sono al momento diverse ipotesi sulla cause della strage.

La dinamica dell'incidente: il pullman rallenta e sfiora il guardrail

Cosa è successo negli attimi immediatamente precedenti alla tragedia è dunque ancora tutto da ricostruire e dei video al vaglio degli inquirenti potrebbero dire qualcosa di più. Al momento, una delle piste che sembrano tra le più plausibili sarebbe quella di un malore che potrebbe aver colto l’autista del pullman di turisti. Tale ricostruzione potrebbe essere avvalorata appunto da un video in cui si nota che il mezzo arriva, rallenta, frena ed è quasi fermo quando sfonda il guardrail.

Cosa è successo dopo la caduta: il bus ha preso fuoco

Il pullman era elettrico, e i soccorritori appena giunto sul posto hanno cercato di abbassare la temperatura della batteria. Non si tratta quindi di un mezzo alimentato a metano, come era stato detto anche dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nei primi minuti dopo l'incidente.

Secondo quanto comunicato dalle autorità presenti sul posto – in particolare da Marco Agostini, comandante della Polizia municipale di Venezia – non sono stati coinvolti altri mezzi nell'incidente. Il bus ha preso fuoco solo dopo la caduta: è escluso, quindi, che un incendio (causato da un guasto tecnico o da un altro imprevisto) sia tra le cause la caduta.

Le possibile cause: dal malore dell'autista al guardrail troppo basso

Una delle ipotesi su cui lavora adesso è quella di un malessere dell'autista, Alberto Rizzotto, di Treviso. A supporto di questa teoria ci sarebbe il fatto che il mezzo ha strisciato contro il guardrail per diversi metri prima di cadere. Se si fosse trattato di un altro tipo di distrazione o di un colpo di sonno, è il ragionamento delle autorità, l'autista si sarebbe svegliato.

Invece gli unici segni di frenata, secondo le informazioni diffuse finora, sono quelli derivanti proprio dal contatto con il guardrail, che quindi ha fatto rallentare il bus prima della caduta di almeno 6-7 metri. Il guardrail aveva fatto sollevare l'ipotesi – diffusa online nei minuti dopo l'incidente, ma non confermata in alcun modo dalle autorità – è che la barriera fosse troppo bassa, per un tratto di strada che si trova a quell'altezza da terra.

Il cerchio rosso indica il guardrail che è stato sfondato dal bus precipitato a Mestre.
Il cerchio rosso indica il guardrail che è stato sfondato dal bus precipitato a Mestre.

Anche due bambini tra le vittime

Per quanto riguarda le vittime, risulta che oltre all'autista fossero tutti turisti di varie nazionalità (ucraini, tedeschi, francesi) diretti al campeggio Hu di Marghera. Il mezzo era un bus noleggiato con conducente, che abitualmente faceva da navetta tra Venezia e Marghera. Ci sono anche due bambini tra i morti: il primo a confermarlo è stato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Altri minori sono stati estratti dalle lamiere.

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