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News sull'incidente dell'autobus a Mestre

Incidente di Mestre, perché vittime e familiari potrebbero non ricevere un risarcimento

Si è parlato dell’ipotesi che i feriti e le famiglie delle vittime dell’incidente di Mestre possano non ricevere un risarcimento. Infatti, se l’autopsia confermasse il malore dell’autista, morto nello schianto, si escluderebbe l’eventuale negligenza dell’azienda. Giovanna Capuzzo, vicepresidente di Federconsumatori, spiega la questione a Fanpage.it.
Intervista a Giovanna Capuzzo
Vicepresidente Federconsumatori
A cura di Eleonora Panseri
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A distanza di pochi giorni dal terribile incidente avvenuto a Mestre, dove hanno perso la vita 21 passeggeri del pullman precipitato da un cavalcavia, è emersa l'eventualità che quanti sono usciti danneggiati dalla tragedia, feriti e familiari dei defunti, potrebbero non ricevere un risarcimento.

È il Corriere della Sera a fare questa ipotesi, citando gli articoli 1681 del Codice civile e 141 del codice delle assicurazioni che recitano: "il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio (…) se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno" e "salva l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo".

Con "caso fortuito" s'intenderebbe infatti anche il malore del conducente, che esclude il caso della negligenza. Le conferme arriveranno solo dall'autopsia sul corpo dell'autista Alberto Rizzotto, 40 anni, morto anche lui nello schianto, effettuata nel pomeriggio di giovedì 5 ottobre. Per chiarire questo nodo, Fanpage.it ha intervistato Giovanna Capuzzo, vicepresidente di Federconsumatori.

Giovanna Capuzzo, vicepresidente Federconsumatori.
Giovanna Capuzzo, vicepresidente Federconsumatori.

Dottoressa, è vero che i familiari delle vittime dell'incidente potrebbero non essere risarcite?

Innanzitutto, mi sembra anomalo che in una situazione del genere si possa verificare una circostanza simile. Anche se la compagnia assicuratrice potrebbe effettivamente rifiutarsi per l'interpretazione relativa al "caso fortuito", escludendo la "negligenza del conducente" che invece darebbe maggiore sicurezza per il risarcimento.

La questione, in effetti, è di difficile interpretazione perché bisogna vedere anche quello che farà la controparte che potrebbe dire, per propri interessi, che si tratti di "caso fortuito". E anche vedere se le condizioni della polizza di quella compagnia prevedevano qualche estensione di garanzia, considerando che si tratta di mezzi adibiti al trasporto di persone che dovrebbero avere garanzie più estese rispetto all'Rc auto normale.

Quello che si potrebbe consigliare ai familiari delle vittime, come avranno sicuramente già fatto, è di aprire il sinistro e poi, in seguito alla valutazione, chiedere anche giustificazioni e copia della polizza per capire quali sono le condizioni. In seguito, probabilmente, ci potrebbe essere la necessità di andare in causa per dimostrare che, sì, il malore è un caso fortuito.

Ma è anche un elemento che può e dovrebbe essere tenuto in considerazione, soprattutto per chi guida mezzi, visto che potrebbe essere colto da malore e provocare conseguenze, come in questo caso, nefaste. Al momento, però, non avendo in mano la polizza e i dettagli concreti, diventa difficile fare una valutazione per questo caso.

Quando avvengono questi fatti, come funziona il risarcimento?

Bisogna fare la denuncia del sinistro alla compagnia assicurativa, indicando quali sono state le circostanze e i danni conseguenti. Ovviamente, i risarcimenti poi sono diversi se c'è un diretto interessato o se l'interessamento avviene da parte di parenti nel caso di decessi. E ovviamente poi bisogna aspettarsi una risposta dalla compagnia assicurativa o dalla controparte che si rivolgerà a sua volta alla compagnia. In caso di risposta negativa, sarà necessario quindi intentare una causa.

Quindi, per quanto riguarda il risarcimento dell'incidente di Mestre, per ora possiamo parlare solo per ipotesi?

Sì, per ora, quello di cui stiamo parlando è una questione interpretativa. Io credo che il caso specifico non si risolverà tutto in via extragiudiziale, ma si dovrà aprire un procedimento ordinario per una richiesta di risarcimento alla compagnia proprietaria del mezzo.

Dopo si vedranno gli elementi della polizza e si farà una disanima dei casi precedenti per vedere dove ci si potrà appellare contro "un caso fortuito", escluso dalla compagnia assicurativa. Se ci fosse invece un'estensione di garanzia che eventualmente preveda il malore del conducente o altre cause non riconducibili a dolo o volontà, le persone dovrebbero ricevere il ricevimento.

E nel caso in cui l'incidente fosse legato alla cattiva manutenzione del guardrail o della strada?

In questo caso, si potrebbe eventualmente pensare di intentare una causa all'amministrazione comunale e rivalersi eventualmente nei confronti di chi non ha effettivamente rispettato le procedure necessarie per la messa in sicurezza della viabilità della strada. A quel punto, sarà l'assicurazione del Comune a doverne rispondere.

Come già detto, una risoluzione extragiudiziale è la via più rapida, ma in questi casi difficilmente si arriva in tempi brevi a una soluzione. A meno che il Comune, visto che è stato da subito attivo e attento, così come il sindaco, e vista la situazione tragica, non voglia venire incontro alle famiglie e cercare un accordo soddisfacente per le parti drammaticamente danneggiate.

Nel momento in cui viene presentata una domanda di risarcimento, la controparte interessata potrebbe infatti proporre subito un risarcimento che solitamente, se fatto in questa maniera, è anche abbastanza cospicuo, anche se non il massimo di quanto una persona può chiedere in un eventuale processo. Ma solitamente si tratta di una soluzione che può in qualche modo soddisfare la parte richiedente. Fermo restando che il valore di una vita è difficilmente stimabile.

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