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Strage di Mestre, il varco di 2 metri per accedere a una scaletta che era stata rimossa da 20 anni

Stando a quanto emerso nel corso delle prime indagini il varco di circa due metri nel guardrail di Mestre sarebbe servito ad accedere a una scaletta che, tuttavia, è stata rimossa una ventina d’anni fa.
A cura di Davide Falcioni
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Dall'inchiesta in corso sulla tragedia di Mestre, in cui martedì sera sono morte 21 persone, emergono nuovi importanti elementi. Un dettagliato rapporto redatto nel 2017, infatti, segnalava già allora la necessità di sostituire i guardrail su tutti e due i sensi di marcia del Nuovo cavalcavia superiore di Marghera. La squadra di esperti, nominati dal Comune di Venezia, si riferiva in particolare a una raccomandazione dell'UE approvata nel 2012 che prevede criteri unici per tutti gli Stati membri, tra cui "l'innalzamento e l'ispessimento dei parapetti sulle strade ad alta circolazione".

Quanto all'ormai noto varco di due metri nella barriera – che secondo alcuni potrebbe aver determinato la tragedia – non era mai stato chiuso nonostante la scaletta alla quale garantiva l'accesso non esistesse più da più di 20 anni. Nel progetto originale del viadotto, redatto dalla Società Autostrade di Venezia e Padova e risalente al 1967, c'era anche il disegno di una piccola scala che collegava la strada sottostante al marciapiede di servizio che costeggia la carreggiata nel punto in cui il pullman è caduto sulla carreggiata sottostante.

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In quel preciso tratto il guardrail era stato interrotto per due metri, lasciando un buco rivelatosi molto probabilmente fatale nell'incidente di martedì scorso. La scaletta venne rimossa addirittura nel periodo in cui l'Anas gestiva il tratto stradale, poi passato sotto la giurisdizione del Comune. Si parla di oltre vent'anni fa, un lasso di tempo in cui il varco è rimasto pericolosamente aperto.

Quel buco sarebbe stato chiuso nei prossimi mesi. Dopo le perizie tecniche effettuate nel 2017, infatti, l'anno seguente venne approvato il cosiddetto piano di Fattibilità tecnico-economica. Due anni dopo vide la luce anche il Progetto definitivo, che prevedeva il "risanamento cordoli e sbalzi laterali, rifacimento pavimentazione e sostituzione barriere a parapetti". Il costo complessivo dell'opera avrebbe dovuto superare i sei milioni di euro e l'avvio dei cantieri – dapprima previsto nel 2021 – era stato posticipato al 2022 poi al 2023. Solo il 4 settembre 2023 ha visto la luce il primo cantiere, con lavori previsti per 20 mesi. I lavori sul tratto di cavalcavia rivelatosi fatale sarebbero cominciati in inverno.

Che quel cavalcavia non fosse a norma lo ammetteva poco più di un mese fa lo stesso assessore alla mobilità, Renato Boraso, che in una dichiarazione riportata sul sito del Comune di Venezia diceva: "Si tratta di un intervento che ci consentirà di restaurare e mettere a norma tutto il cavalcavia superiore di Marghera. È una di quelle infrastrutture viarie fondamentali per potersi spostare non solo a livello locale, ma anche regionale e nazionale. Negli anni passati, nonostante la sua rilevanza strategica a livello sovra comunale, è stata inserita nel nostro patrimonio e per questo, trovate le importanti risorse per intervenire, ora siamo pronti per garantire la sicurezza di quanti utilizzano le nostre strade".

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