Cosa non torna della storia di Valentina Greco, scomparsa 10 giorni e ritrovata “svenuta in un armadio”

Si è conclusa con un lieto fine la vicenda della scomparsa di Valentina Greco, la 42enne originaria di Cagliari residente da anni in Tunisia, a Sidi Bou Said, di cui per dieci giorni si erano perse le tracce. All'indomani del suo ritrovamento, tuttavia, si addensano ombre e interrogativi che rendono la storia ben lontana dall’essere chiusa. La donna, di cui non si avevano più notizie dal 9 luglio, è stata ritrovata in casa propria, priva di sensi, apparentemente chiusa all’interno di un armadio, come ha raccontato la madre. "Era svenuta nell'armadio, per fortuna mi hanno dato ascolto e hanno cercato in casa", ha dichiarato la donna, esprimendo sollievo per la conclusione delle ricerche. "Stava pulendo l'armadio, è svenuta ed è rimasta lì dentro. Mi ha detto che si sentiva ancora male e la stavano portando in ospedale, ma ero troppo contenta di sentirla".
La versione ufficiale e le domande senza risposta
Una versione che però apre a molte perplessità. Com'è possibile che nei precedenti sopralluoghi delle autorità tunisine la donna non sia stata trovata, se era dentro casa? Ed è davvero credibile che la 42enne sia rimasta per ben dieci giorni chiusa nell'armadio di casa, senza mai rispondere a telefonate, messaggi ed email? Sono dubbi sollevati anche dall’avvocato Gianfranco Piscitelli, rappresentante dell’associazione Penelope Sardegna, che ha affiancato la famiglia nei giorni della scomparsa. "È una storia che fa acqua da tutte le parti. Sulle veridicità o meno della versione data… dobbiamo far finta di crederci", ha detto senza mezzi termini. "Non credo assolutamente alla versione che sta girando, anche perché significherebbe che la polizia non è stata in grado di trovarla durante i sopralluoghi precedenti in casa, credo sia inverosimile. Aspettiamo l'evoluzione delle indagini, aspettiamo di capire e scoprire la verità”, ha dichiarato il legale a LaPresse.
Il fratello: "Vogliamo capire bene cosa sia successo"
Anche il fratello, Alessio Greco, si è espresso con cautela. "Vogliamo capire bene cosa sia successo, quindi no comment", ha detto all’ANSA, evitando dichiarazioni affrettate e lasciando intendere che la famiglia non è convinta della versione ufficiale. Durante i giorni di angoscia, il fratello aveva raccontato che Valentina aveva respinto le avances di un uomo che lavora nella zona in cui lei vive. "Non posso dire altro, ci sono delle indagini in corso, ma vorrei sicuramente saperne molto di più", aveva detto. Nessuna pista veniva esclusa.
Il dettaglio dei gatti e i precedenti problemi di salute
A far scattare l’allarme nella madre era stato anche un dettaglio che può sembrare banale ma che, a suo dire, aveva un peso enorme: "Non poteva aver lasciato i gatti a casa da soli, lo sentivo. Era un particolare fondamentale". Inoltre, la madre aveva ricordato che Valentina, anni fa, aveva sofferto di una grave embolia polmonare, e da allora assume farmaci anticoagulanti fondamentali per la sua sopravvivenza. Un'interruzione nella somministrazione potrebbe aver avuto conseguenze molto serie.
Cosa è successo davvero in quei dieci giorni?
A dieci giorni dalla scomparsa, e dopo un ritrovamento che fa tirare a tutti un sospiro di sollievo, la vicenda presenta più interrogativi che certezze. Se davvero Valentina è rimasta priva di sensi per giorni all’interno di un armadio, com'è possibile che nessuno l’abbia trovata prima? E ancora: cosa è accaduto tra il 9 luglio e ieri? Chi l’ha vista per ultimo? Era sola? L’ambasciata italiana a Tunisi ha parlato di "eccellente collaborazione con le autorità tunisine" e ha confermato che Valentina "è stata ritrovata in buone condizioni di salute", con verifiche mediche in corso. Ma in attesa di chiarimenti ufficiali, resta forte il sospetto che non tutto sia stato raccontato.