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Covid 19

Covid-19, gli avvocati annunciano l’astensione dalle udienze fino al 20 marzo

L’Ufficio di coordinamento dell’organismo congressuale forense ha “indetto l’astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie, in ogni settore della Giurisdizione, per il periodo di quindici giorni con decorrenza dal 6 e fino al 20 marzo 2020”, a causa dell’emergenza Coronavirus e della mancata predisposizione di apposite norme per tutelare gli avvocati italiani. L’astensione verrà considerata come “legittimo impedimento”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una sorta di sciopero, una sospensione della partecipazione alle udienze per protesta contro la decisione di non prendere provvedimenti per tutelare la salute degli avvocati con l’emergenza Coronavirus. Per questo motivo l’Ufficio di coordinamento dell’organismo congressuale forense ha annunciato che gli avvocati si asterranno dal partecipare alle udienze fino al 20 marzo a causa del Coronavirus. L’ufficio di coordinamento dell’Ocf ha “indetto l'astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie, in ogni settore della Giurisdizione, per il periodo di quindici giorni con decorrenza dal 6 e fino al 20 marzo 2020, in conformità alle disposizioni del codice di autoregolamentazione, con esclusione espressa delle udienze e delle attività giudiziarie relativi alle attività indispensabili come previste e disciplinate dagli articoli 4, 5 e 6 del ‘Codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli Avvocati’”. L’astensione verrà considerata come “legittimo impedimento del difensore in ogni tipo di procedimento”. L’Organismo congressuale forense è l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’avvocatura italiana: è stato fondato nel 2016 ed esercita la rappresentanza politica del Congresso nazionale forense.

Coronavirus, le motivazioni degli avvocati dell’Ocf

Al termine della riunione che si è tenuta questa sera, l’Ufficio di coordinamento dell’Ocf spiega come si sia arrivati a questa decisione. Si parte dalla considerazione che l’attività giudiziaria è stata sospesa solamente nelle zone rosse. Quindi, secondo l’Ufficio le misure finora adottate sono “assolutamente non adeguate a ridurre ragionevolmente il rischio di contagio in relazione alle specifiche modalità di interazione che connotano le attività giudiziarie” per una serie di motivi poi elencati. Gli avvocati sottolineano anche che “si stanno moltiplicando casi di contagio di avvocati e magistrati” e “si stanno moltiplicando le richieste di intervenire in modo immediato, con misure più adeguate e significative, ivi inclusa la sospensione delle udienze su tutto il territorio nazionale”.

Per tutti questi motivi, secondo l’Ocf “l’assunzione di misure adeguate a garantire la salute e l’incolumità degli Avvocati Italiani si rende indifferibile in via di prioritaria urgenza”. Tanto che, si legge ancora nella delibera, viene considerato “che la situazione venutasi a determinare rientra nella ipotesi dei ‘gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori’”.

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