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Covid 19

Codogno in quarantena e paese deserto: “Sembra un film, manca organizzazione”

Codogno, paese del lodigiano centro del focolaio di Coronavirus, è una cittadina deserta, con pochissime persone per strada, tutte in cerca di rifornimenti alimentari. “È quasi un film”, racconta uno dei pochi cittadini per strada. Mentre altri lamentano la scarsa organizzazione e il fatto che le promesse fatte dalle istituzioni non sono state mantenute.
A cura di Stefano Rizzuti
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Codogno è il piccolo paese del lodigiano centro del focolaio di Coronavirus in Lombardia. Da qui è partita l’emergenza Coronavirus con il caso del 38enne, primo contagiato in Italia. Ora Codogno è un paese semi-deserto, come testimoniato dalle telecamere di Fanpage.it. Siamo di fronte al primo giorno di isolamento vero e proprio, con i negozi chiusi, pochissime persone in giro per le strade e le pattuglie a presidiare ogni zona. Qualche cittadino in piazza si fa vedere e lamenta: “Io non vedo niente di tutto quello che hanno detto, organizzazione, protezione civile che veniva, i generi di prima necessità, uno si deve arrangiare da solo, non arriva nessuno”. “Mica tutti abbiamo il Coronavirus, mangiare dobbiamo mangiare”, sottolinea ancora la stessa persona che sostiene che la cosa più importante da fare sia “stare attenti con le mani, se si dà la mano a qualcuno”.

Codogno, supermercati chiusi: difficile trovare generi alimentari

Altro problema è quello dei rifornimenti alimentari. Un cittadino di Codogno è andato in un supermercato di un altro paese delle vicinanze, essendo chiusi tutti i negozi (o quasi) nella cittadina. Ma lì ha trovato comunque gli “scaffali semivuoti”. Un altro cittadino spiega che forse è possibile trovare un supermercato aperto a Casale. E si chiede se ai benzinai, invece, arriveranno i rifornimenti. C’è poi il problema delle mascherine, difficili da trovare, così come il cibo: “Le stiamo aspettando, sono tutte finite”.

I cittadini: paradossale, è quasi un film

La preoccupazione dei pochi cittadini per le strade di Codogno è evidente e non riguarda solo il rischio di essere contagiati, ma anche le difficoltà quotidiane per un paese che è a tutti gli effetti in quarantena. “Questa cosa non è mai successa in Italia e qui è un paese di 15mila abitanti, è quasi paradossale, è quasi un film questo”, racconta un cittadino. Che aggiunge: “Capisco che la situazione non è semplice, ma non vedo una grande organizzazione”. La città è deserta, ma è una precauzione inevitabile e non si può far altro che attenersi alle regole indicate, sostengono ancora i cittadini. E quei pochi che sono in giro sono persone “che cercano qualcosa di aperto” per i rifornimenti alimentari.

Le indicazioni di Ilaria Capua su Fanpage.it

La virologa Ilaria Capua è intervenuta negli scorsi giorni su Fanpage.it fornendo anche delle indicazioni che per i cittadini di Codogno, in questo momento, sembrano particolarmente importanti: “Nei prossimi giorni, presumibilmente, saranno suggerite una serie di linee guida proposte dalle organizzazioni internazionali che saranno recepite dallo Stato, dalle Regioni, dai Comuni. Noi dobbiamo semplicemente – si fa per dire – fare lo sforzo di rispettare quelle regole. In questo momento non c’è tempo per l’improvvisazione. Non c’è tempo di dire “Io non credo a quel che mi dicono le istituzioni”. Non c’è tempo per fake news, teorie del complotto, negazionismo”. Capua, inoltre, sottolinea che quella che stiamo affrontando è “un’emergenza sanitaria che possiamo chiamare sindrome influenzale da Coronavirus. Influenzale, già”.

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