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Coronavirus, Aifa: “Settimana prossima partirà studio su nuovo farmaco. Dati promettenti”

“Giovedì scorso abbiamo approvato la prima sperimentazione clinica con un nuovo antivirale, il Remdesivir. Oggi annunciamo gli studi sul Tocilizumab. C’era molta attesa, perché i giornali ne hanno parlato molto, anche in termini di forse eccessiva aspettativa su questo farmaco, come di un farmaco già studiato. Ma ci sono dati preliminari promettenti”: così Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa.
A cura di Annalisa Girardi
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Polemiche nel mondo scientifico per la pubblicazione di uno studio, alcuni ricercatori olandesi avrebbero prodotto in laboratorio una variante ad altissima contagiosità del virus H5N1, meglio noto come quello dell'influenza aviaria.
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Nicola Magrini, direttore generale dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), ha fatto il punto della situazione sui farmaci in fase sperimentale e sulle terapie attualmente disponibili contro il coronavirus, durante il quotidiano bollettino della Protezione Civile sull'emergenza da Sars-Cov-2. Magrini ha annunciato che nel decreto Cura Italia sarà rimarcata la volontà di centralizzare l'approvazione degli studi, per cui l'Aifa avrà maggiore autorità nel momento di decidere in merito alle sperimentazioni da portare avanti. "Giovedì scorso abbiamo approvato la prima sperimentazione clinica con un nuovo antivirale, il Remdesivir. Oggi annunciamo gli studi sul TocilizumabC'era molta attesa, perché i giornali ne hanno parlato molto, anche in termini di forse eccessiva aspettativa su questo farmaco, come di un farmaco già studiato".

Al momento però sono ancora in corso gli esami sulla sicurezza di questo farmaco e lo studio partirà giovedì prossimo: Ci sono dati preliminari promettenti". Magrini ha anche comunicato che si è decisa una raccolta di dati per tutti i pazienti trattati: "Questo consentirà in poche settimane di avere un dato più chiaro sulla possibile entità del beneficio, così come sulla sua quantificazione. Che è ciò che ci interessa maggiormente". Sulla natura del farmaco in questione, Magrini ha spiegato che inibisce l'effetto dell'interleuchina 6, che porta l'infiammazione che causa la polmonite severa: "L'idea era che, essendo un potente antinfiammatorio, potesse spegnere questa cascata. I dati sono in via di acquisizione: ci sono segnali di miglioramenti in alcuni pazienti e in altri no. Lo sforzo è di poter dimostrare quante vite salviamo, chi ne giova maggiormente: è già stato usato da diverse centinaia di pazienti ed è già stato messo ampiamente a disposizione in maniera gratuita dalla ditta produttrice".

Le raccomandazioni dell'Aifa sui farmaci in uso

Il direttore dell'Aifa ha anche raccontato che all'Agenzia sono arrivati altri studi sperimentali che saranno valutati a partire dalla prossima settimana, per capire se potrebbero rivelarsi utili contro il coronavirus. Inoltre, ha proseguito, è stata anche accolta la proposta dell'Oms per quanto riguarda uno studio comparativo, che potrebbe partire nelle prossime settimane. "Aifa ha inoltre semplificato una serie di comunicazioni su farmaci già in uso che erano stati indicati come favorenti la possibile infezione. Si è già pubblicato un comunicato che suggerisce di non modificare le terapie in atto, che ulteriori studi saranno fatti, e che i dati disponibili non sono assolutamente preoccupanti", ha rimarcato Magrini. Che ha concluso sottolineando che "lo sforzo fatto da tutti gli organismi che stanno collaborando per migliorare l'accesso ai farmaci e ai nuovi protocolli di ricerca mostra che l'Italia è sicuramente alla frontiera delle sperimentazioni più innovative, sia per i farmaci sia per i vaccini".

Lo studio per il farmaco contro il coronavirus

In un comunicato stampa diffuso dall'Aifa si legge che lo studio sul Tocilizumab (chiamato Tocivid-19) è promosso dall'Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Napoli, con le università di Modena e Reggio Emilia. Gli obiettivi dello studio sono "produrre dati scientificamente validi sul trattamento, e consentire che l'uso attualmente già diffuso possa avviare un nuovo percorso che consenta di tracciare tutti i trattamenti e valutarne in maniera sistematica l'impatto terapeutico". Essendo la fase due dello studio, si prevedono due gruppi di pazienti: nel primo si verificheranno le ipotesi di riduzione della mortalità, mentre nel secondo si verificheranno i miglioramenti da apportare nella gestione dell'emergenza. "Allo studio potranno partecipare tutti i centri clinici che ne faranno domanda e verrà gestito dalla piattaforma web dell'Istituto Pascale di Napoli", conclude il comunicato.

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