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Con il coronavirus in Cina crolla il trasporto pubblico, tutti si muovono in auto privata

Una ricerca Ipsos fa emergere come in Cina, tra gli effetti del coronavirus, ci sia stato un calo netto dell’utilizzo dei mezzi pubblici, in favore di un incremento di auto private. Cala anche l’utilizzo di taxi, mentre resta invariato il numero di persone che si spostano quotidianamente su due ruote.
A cura di Andrea Parrella
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Tra gli effetti che la pandemia da coronavirus potrebbe generare sulle consuetudini quotidiane e gli usi e costumi, c'è sicuramente l'ipotesi scetticismo nei confronti del trasporto pubblico. Le logiche del distanziamento sociale impongono infatti di credere che i mezzi di trasporto possano essere i luoghi in cui il contagio tra soggetti può avvenire con più facilità.

In Cina ci si sposta sempre più con mezzi privati

E i dati che arrivano dalla Cina, attualmente in una successiva a quella emergenziale, dicono di un settore dei trasporti pubblici in crisi, a fronte di un trasporto privato decisamente favorito da questa contingenza. Gli spostamenti pubblici, stanno ai dati Ipsos, è passato in Cina dal 34 al 66%, a testimonianza del fatto che le persone, soprattutto in virtù della paura del contagio, prediligono l'idea di muoversi con mezzi propri. Sempre Ipsos pochi giorni indicava tra gli effetti del coronavirus in Cina una spinta da parte dei consumatori all'acquisto di un auto, soprattutto quelli che ancora non sono in possesso di un mezzo proprio.

Calo dell'utilizzo di autobus e taxi

Allo stesso tempo cola a picco l'uso degli autobus, che scende dal 56 al 24% e si salvano solo in parte i taxi scendono, non esenti dal calo ma che passano dal 21 al 15%. Questi numeri andranno combinati con i dati del trasporto su ferro, che non sono ancora disponibili, e con quelli relativi alle modalità di trasporto privato su due ruote e in bicicletta, unico dato rimasto invariato.

Una cosa è certa, indipendentemente dall'impossibilità di capire se nei paesi di tutto il mondo si verificherà lo stesso fenomeno, cosa altamente probabile, una possibile contrazione dell'utilizzo della mobilità pubblica in favore dell'uso dell'automobile o altri mezzi a motore rischia di contribuire fortemente all'inquinamento dell'atmosfera e questa potrebbe essere un'altra chiave di lettura di uno stato di crisi i cui contorni continuano ad apparire sfumati ed essenzialmente indefiniti. Così sarà fino alla fine del periodo di emergenza e un riassestamento su nuovi ritmi di vita.

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