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Comunali di Torino: Esclusa la lista ”Bunga Bunga”

Ma “Bunga Bunga – Più pilo per tutti”, non è l’unica “lista patacca” ad essere stata candidata, e poi esclusa, dalle prossime elezioni torinesi del 15 e 16 maggio. Da annoverare, tra le otto uscite di scena, pure ”Fascismo e Libertà’.
A cura di Biagio Chiariello
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I recenti scandali che hanno travolto il Presidente del Consiglio (caso Ruby) e il successo al botteghino di Qualunquemente di Antonio Albanese sono stati l'ispirazione per Marco Di Nunzio e la sua lista presentata alle elezioni comunali di Torino. L'ex esponente di Fiamma Tricolore ha, infatti, pensato bene di candidarsi alle amministrative con la pittoresca lista "Bunga Bunga Più pilo per tutti". Cosa c'è di meglio dei festini di Arcore e della simpatia di Cetto La Qualunque per incuriosire e avvicinarsi alle migliaia di torinesi indecisi per la nuova tornata elettorale? Tuttavia il candidato sindaco Di Nunzio non ha fatto i conti con la commissione circondariale che ha escluso la sua bizzarra lista, insieme ad altre otto. Sarebbero state riscontrate gravi irregolarità nella raccolta firme. A tradire Di Nunzio, infatti, una mole di candidati arrivati dalla Colombia. Non a caso ad appoggiarlo vi era anche la lista "Comitato popolo latinoamericano", oltre a quella "Forza Juve".

"Bunga Bunga – Più pilo per tutti", però, non è l'unica "lista patacca" ad essere stata candidata, e poi esclusa, dalle prossime elezioni torinesi del 15 e 16 maggio. Escono di scena, infatti, anche le liste che sostenevano Carlo Gariglio, “Fascismo e Libertà” e “Gariglio Sindaco”: la prima per apologia al fascismo, la seconda perché ha usato il logo della città come simbolo.

Finita qui? Neanche per sogno. Vi è anche “Coppola per Musy", lista che accorpa ben due candidati sindaci provenienti da due formazione politiche diverse? E che dire dello stesso Carlo Gariglio, facente parte di una lista (ovviamente) di centrodestra, che ha un omonimo nelle liste del PD: Davide Gariglio. Ci sono poi la Lega e il PdL che hanno presentato i moduli sbagliati e, pena esclusione, devono integrare tutta la documentazione, entro oggi termine ultimo per i ricorsi. Fuori dall'elenco definitivo anche la lista Consumatori che sosteneva Piero Fassino, fuori per tre firme, mentre i "Verdi" a seguito del ricorso dei "Verdi Verdi" sono costretti a cambiare simbolo eliminando la parola "Verdi".

Un vero e proprio caos, che rischia di confondere non poco i cittadini torinesi. A tal proposito Gianni Vernetti, deputato di Alleanza per l'Italia, asserisce che andrebbe presentata una legge bipartisan per sciogliere definitivamente le incertezze e risolvere il problema delle "liste patacca":"Il problema non risiede solo nella denominazione delle liste ma anche nella modalità con cui vengono raccolte le firme: troppi soggetti autorizzati a certificarle, possibilità di raccoglierle in qualunque luogo, anche privato, un numero di firme eccessivamente basso, che favorisce una proliferazione incontrollata". Un'idea è quella di triplicare le firme necessarie per la presentazione di una lista. Inoltre le sottoscrizioni dovranno essere raccolte esclusivamente presso le anagrafi o in altre sedi ufficiali.

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