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Chi era Fabio Buzzi, il pilota e campione di motonautica morto nell’incidente a Venezia

Fabio Buzzi, classe 1943 e leggenda di motoscafo, è una delle tre vittime dell’incidente verificatosi nel lido di Venezia: stava tentando di battere il primato di velocità off-shore da Montecarlo e Venezia, una navigazione ininterrotta di 22 ore, con una sola sosta per il rifornimento a Roccella Jonica, quando lo scafo offshore su cui si trovava si è schiantato contro la diga di San Nicoletto.
A cura di Ida Artiaco
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Fabio Buzzi (Facebook).
Fabio Buzzi (Facebook).

C'è anche Fabio Buzzi, noto campione di motonautica, tra le vittime del drammatico incidente verificatosi nella serata di ieri, martedì 18 settembre, a Venezia. Il pilota, classe 1943 e originario di Lecco, era a  bordo di uno scafo offshore che è finito contro la diga di San Nicoletto, appena fuori dalla bocca di porto tra Punta Sabbioni e il Lido, provocando 3 morti e un ferito. Buzzi è deceduto poco prima di segnare l'ennesimo record della sua lunga carriera: il natante su cui si trovava si è schiantato pochi secondi prima che potesse battere il primato di velocità offshore da Montecarlo e Venezia, una navigazione ininterrotta di 22 ore, con una sola sosta per il rifornimento a Roccella Jonica. Un brutto scherzo del destino per lui che, oltre ad essere proprietario di cantieri nautici, fondatore della FB Design e fornitore di imbarcazioni per molti eserciti nel mondo, era anche e soprattutto un pilota esperto di motoscafi.

La carriera di Fabio Buzzi e i record segnati

La carriera di Fabio Buzzi comincia quando aveva solo 17 anni, correndo sul Po la Pavia-Venezia. Intanto, era riuscito a laurearsi in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino, portando come tesi un’automobile fuoristrada autocostruita, secondo veicolo progettato dopo aver già realizzato nel 1965 un’automobile Hot Rod. Nel 1963 diventa per la prima volta Campione Italiano cella classe CUN, mentre nel 1974 segna un altro record: progetta il suo primo scafo da corsa, che chiama "Mostro", ed è la prima al mondo costruita in fibra resistente. L'ultimo primato nel 2018 quando sul lago di Como raggiunge i 277,5 chilometri all'ora. In totale, ha vinto dieci titoli mondiali, una cinquantina di record di velocità, ha progettato e costruito barche, propulsioni e motori. Quello di ieri doveva essere l'ennesimo traguardo da festeggiare, ma il suo sogno è svanito prima che potesse realizzarsi.

La dinamica dell'incidente a Venezia e le altre vittime

L'incidente in cui Buzzi ha perso la vita si è verificato ieri sera intorno alle 21, quando lo scafo offshore su cui si trovava si è schiantato contro una diga artificiale, posta a protezione del Mose, probabilmente a causa del buio e della velocità. Per gli occupanti del natante la situazione si è fatta subito critica. Oltre a Buzzi, sono deceduti nell'impatto due piloti di nazionalità inglese, mentre è rimasto ferito in modo grave Mario Invernizzi, anche lui già campione del mondo offshore, così come confermato da Giampaolo Montavoci, presidente della commissione nazionale offshore ed endurance. Il team stava tentando una traversata da record da Montecarlo a Venezia ed era vicinissimo al traguardo. L'imbarcazione era per questo molto potente, un siluro in pratica. Per altro, lo stesso Buzzi aveva sviluppato la tecnologia più all’avanguardia anche per quanto riguarda la visione notturna. Per questo appare alquanto inspiegabile che nessuno a bordo dello scafo si sia accorto della presenza della diga, prendendola in pieno.

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