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Caso Shalabayeva, tutti assolti gli imputati “perché il fatto non sussiste”

Sono stati tutti assolti in appello gli imputati del caso Shabalayeva. Cancellata la condanna di primo grado per i superpoliziotti Renato Cortese e Maurizio Improta.
A cura di Chiara Ammendola
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Alma Shalabayeva
Alma Shalabayeva

Tutti assolti gli imputati del caso Shalabayeva. È questa la decisione della Corte di appello di Perugia che nella serata di oggi ha assolto con formula piena gli imputati accusati di sequestro di persona per le presunte irregolarità legate al rimpatrio di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa verso il Kazakhstan nel 2013 insieme alla figlia Alua.

Tra loro gli ex capi della squadra mobile e dell'ufficio immigrazione della questura di Roma, Renato Cortese e Maurizio Improta. Quest'ultimo ha accolto il verdetto in lacrime dopo aver abbracciato Cortese: “È stata riconosciuta la regolarità della nostra attività e l'assenza assoluta di qualsivoglia iniziativa criminale – il suo commento all'uscita dall'aula – sono passati nove anni che nessuno mi restituirà e forse adesso potrò avere un po' di serenità. Il mio futuro? Aspetto quello che deciderà il capo della Polizia, che non ha mai avuto un attimo di tentennamento nei nostri confronti”.

Tutti e sette gli imputati sono stati assolti in appello con la formula "perché il fatto non sussiste". Cancellato dunque il giudizio di primo grado per Renato Cortese, Maurizio Improta, Luca Armeni, Francesco Stampacchia, Vincenzo Tramma e Stefano Leoni che nell'ottobre 2020 erano stati condannati per sequestro di persona. L'allora giudice di pace Stefania Lavore è stata assolta con la stessa formula dal reato di falsità ideologica e la Corte d'appello ha confermato per lei l'assoluzione già disposta in primo grado per l'accusa di sequestro di persona.

Secondo la Procura, che non ha voluto rilasciare alcun commento dopo la lettura della sentenza, gli agenti della Mobile ingannarono i colleghi dell’Ufficio immigrazione e i magistrati che diedero il via libera all’espulsione di Alma Shalabayeva, prelevata da casa sua dalla polizia ed espulsa dal nostro Paese nel 2013 insieme alla figlia piccola per poi rientrare alla fine dello stesso anno quando fu accertato che il provvedimento era illegittimo.

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