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Cambiamento climatico, Baldi (CNR): “L’umanità corre verso l’estinzione”

Marina Baldi, climatologa del CNR: “Il genere umano sta andando verso l’estinzione. Potremo rallentare questa dinamica solo se abbatteremo le emissioni inquinanti”.
A cura di Davide Falcioni
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A livello globale, quello del 2021 è stato il quinto novembre più caldo mai registrato. A renderlo noto ieri è stato un report di Copernicus, il servizio meteo dell'Unione Europea, secondo cui la temperatura media globale del mese scorso è stata quasi 0,2 gradi più bassa rispetto a novembre 2020, mese da record, ma molto vicina alle temperature degli altri mesi di novembre più caldi: nel 2015, 2016 e 2019. In Europa, sempre secondo Copernicus, la temperatura è stata complessivamente vicina alla media 1991-2020, per l'intera stagione autunnale, e quindi anche per il mese di novembre. L'Irlanda, la Gran Bretagna e la Scandinavia meridionale hanno tuttavia registrato un caldo record. Le regioni in cui le temperature sono state sensibilmente al di sopra della media sia per novembre che per la stagione includono la maggior parte del Nord America, specialmente il Canada nord-orientale, gran parte della Siberia e la maggior parte dell'Africa e del Medio Oriente. Ma come vanno interpretate queste informazioni? A spiegarlo a Fanpage.it è stata la professoressa Marina Baldi, climatologa del CNR, ricercatrice dell'Istituto per la BioEconomia che da decenni studia i cambiamenti climatici e l’impatto del clima sulla biosfera e gli ecosistemi.

I mesi di novembre degli ultimi sei anni sono stati i più caldi di sempre. Perché è una pessima notizia?
Una certa variabilità è intrinseca nel sistema climatico e si tratta di una dinamica naturale: un anno può essere diverso dall'altro, un novembre più caldo o più freddo di quello precedente. Però i dati comunicati da Copernicus sono molto preoccupanti; il fatto che ci sia stata una serie ravvicinata di mesi di novembre così caldi non può che essere una conseguenza del cambiamento climatico; d'altro canto i report annuali sullo Stato del Clima dimostrano chiaramente che è in corso una tendenza all'aumento delle temperature. Sulla base dei dati forniti dai servizi meteo nazionali Copernicus ha accertato che il 2020 è stato uno degli anni più caldi della storia. Il problema dell'aumento delle temperature no riguarda solo le nostre latitudini: anche l'estensione dei ghiacci sulla calotta polare è in diminuzione…

Quali saranno le conseguenze del cambiamento climatico?
L'impatto sarà molto importante sulla biodiversità e gli ecosistemi. Naturalmente l'umanità non verrà risparmiata. D'altra parte ci sono tutti gli elementi per pensare che il genere umano stia andando verso l'estinzione. Potremo rallentare questa dinamica solo se abbatteremo le emissioni inquinanti che causano il surriscaldamento globale. Le precedenti estinzioni di massa non sono dipese dall'attività umana; all'epoca – parliamo di milioni di anni fa – furono la conseguenza di fattori naturali, ma il comune denominatore con oggi è il cambiamento climatico.

È troppo tardi per invertire la rotta?
Si tratta di una dinamica irreversibile e non risparmierà nessuno: giovani e vecchi, ricchi e poveri. Anche se riuscissimo subito ad abbattere completamente le emissioni di gas serra nell'atmosfera ciò non basterebbe per fermare del tutto il surriscaldamento globale. Questo però non significa che siamo impotenti: possiamo di molto rallentare il cambiamento climatico, lavorare sull'adattamento e creare delle condizioni grazie alle quali la vita umana sulla terra sarà ancora possibile a lungo. Fare un uso razionale dell'energia, ridurre gli sprechi e il consumo di plastica, ma anche organizzarci per spostare le popolazioni verso le aree interne: naturalmente non va fatto dall'oggi al domani…

Lei ha parlato di estinzione dell'umanità. La scienza ha stabilito un orizzonte temporale in cui ciò avverrà?
Impossibile saperlo. Come detto, molto dipenderà dai nostri comportamenti: potrebbero volerci centinaia o migliaia di anni, non abbiamo dati certi al riguardo, come non sappiamo quanto sono durate le precedenti estinzioni di massa.

Poche settimane fa si è conclusa Glasgow la conferenza dell'ONU sul clima. Possiamo essere soddisfatti dell'accordo raggiunto?
Nì. L'accordo raggiunto non è pienamente soddisfacente: Cop26 avrebbe dovuto rappresentare l'occasione per un cambio di passo, tutti i paesi avrebbero dovuto scrivere un "libro delle regole" comune. È stato fatto solo in parte: gli impegni presi non sono vincolanti, le regole sono ancora troppo deboli, e sebbene sia stato fatto qualche passo avanti si doveva e si poteva fare molto di più.

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